Scene di lotta di classe al Liceo “J. F. Kennedy”

mercoledì 28 gennaio 2015


Dopo l’“okkupazione” chi paga i danni stavolta? Al liceo Kennedy di Roma, quello dei figli di papà di sinistra che però non hanno tutta sta' voglia di studiare come quelli del Tasso o del Visconti, si sta consumando uno psicodramma che ricorda da vicino quello tra Matteo Renzi e la sinistra del Pd.

Lo scorso 16 gennaio infatti il consiglio d’istituto ha emesso una sorta di sentenza, un documento intitolato “occupazione studentesca: decisioni in merito”, che già sta facendo litigare i genitori, il corpo docente e gli alunni. In una sorta di lotta di classe, anzi di guerra, tra “okkupanti” e non. Con tanto di invito all’auto-denuncia e al pentimento e una velata richiesta di delazioni. Cose, queste ultime, che hanno convinto alcuni genitori a rendere pubblico il documento via internet.

Il documento in questione è lungo una quaresima, ma lo “statement” che più importa, è quello contenuto nel punto 5 dell’odg: “Per il corrente anno scolastico, l’occupazione degli studenti risulta ancora più incomprensibile, avuto riguardo non solo all’impegno ed alla particolare attenzione e sensibilità mostrata dalla D.S. e da tutto il corpo docenti, ma soprattutto in considerazione delle decisioni già assunte nel precedente consiglio del 28.11.2014 circa le richieste degli studenti, che come da verbale, erano già state accolte e recepite. Infatti, attesa la complessità dell’organizzazione scolastica ed il forte impatto su tutte le componenti, si era già dato corso alle necessarie fasi di studio ed approfondimento da parte dei docenti e genitori in seno e fuori al C.d.I., per l’individuazione delle possibili soluzioni di miglioramento. Il tutto nel rispetto del buon governo dell’Istituto e della migliore istruzione e formazione dei ragazzi di questo Liceo, ai quali altresì si è sempre chiesto di cooperare nelle relative ed opportune sedi. Il C.d.I. ritiene che un eventuale atto di autodenuncia degli studenti occupanti, con le modalità già attuate lo scorso anno, rientri in un’ottica di crescita, di responsabilizzazione e di consapevolezza dello studente, il tutto in conformità ai fini educativi e formativi che la scuola si propone”.

Poi la proposta che non si può rifiutare: “Si propone quindi la seguente risoluzione: considerati gli eventi che hanno impedito il regolare svolgimento delle lezioni nei giorni dall’11 al 15 dicembre 2014, considerati gli elementi emersi nel corso della discussione svoltasi nella seduta odierna, il C.d.I. esprime una ferma condanna dell’occupazione e auspica che venga sottoscritta una dichiarazione di responsabilità da parte degli occupanti, nei confronti dei quali si applicheranno le sanzioni previste dal Regolamento disciplinare. Si invitano i competenti consigli di classe a graduare le sanzioni che potranno essere applicate nella forma più lieve in caso di autodenuncia; viceversa per coloro i quali si sottraessero a simile dichiarazione, ma saranno stati riconosciuti attraverso documentazione fotografica e/o testimonianze, sono invitati ad adottare sanzioni nelle forme più severe. I costi dei danni che sono stati prodotti durante l’occupazione verranno suddivisi pro capite tra tutti coloro che saranno stati riconosciuti come occupanti”.

Apriti cielo, ora con al vittoria di Syriza e di Tsipras, proporre l’auto-denuncia, il pentimento nonché la delazione dei reprobi “okkupanti”, duri e puri, non potrà che essere tacciato come l’ennesimo rigurgito reazionario del “neo renzismo che avanza”. E siccome c’è pure da decidere chi paga i danni, chissà che stavolta i genitori degli “okkupanti” in questione, memori della loro stessa gioventù sessantottina, non decidano di salirci loro stessi sulle barricate. Si sa, con ‘sti chiari di luna e in tempi di crisi, mettere mano al portafoglio potrebbe non essere trendy. E, come direbbe il Poeta, “più che l’onore poté il digiuno”.


di Dimitri Buffa