Il gioco delle parti

Eravamo convinti che tra i litiganti sarebbe spuntato un terzo nome, invece Mattarella ha tenuto e salvo colpi di scena sarà il prossimo capo dello Stato. Non ci piace, nulla di personale, anzi, ma ancora una volta siamo tornati ai vecchi riti della politica opaca della Prima Repubblica. Funzionale a Matteo Renzi, certamente non a Silvio Berlusconi, Sergio Mattarella sarà un presidente low-profile, molto di rappresentanza e poco di sostanza, esattamente ciò che serviva al Premier per evitare di essere messo nell’ombra.

Un nome che, incredibile ma vero, è riuscito a compattare anche i dissidenti del Pd, i quali dopo aver minacciato di spostarsi a sinistra di Renzi hanno finito col tornare all’ovile su un personaggio centrista e cattolico. Non si capisce infatti come i vari Fassina, Civati e Cuperlo dopo i flirt con Vendola si siano adattati ad accettare un democratico doc di vecchio stampo. Sia come sia, Renzi ha fatto il suo gioco e gli è uscito il poker, Berlusconi ancora una volta prende la batosta, incassa una sconfitta che era scritta nell’aria e che i soliti figuri che si è messo intorno gli hanno apparecchiato per bene.

Essersi messo nelle mani di Letta e più recentemente di Verdini ha portato il Cavaliere nel vicolo più cieco della sua vicenda politica: Forza Italia in evaporazione, riabilitazione zero, centrodestra scomparso, Salvini a parte. Fallito o meno che sia, a questo punto il Patto del Nazareno rappresenta un vuoto a perdere che Berlusconi non si può permettere. Del resto le scelte non potranno che essere due: o piegarsi del tutto a Renzi uscendo di scena, oppure riprendere con Matteo Salvini la strada della opposizione vera, rifondando un centrodestra alternativo e spendibile. Non avrà molto tempo Berlusconi per scegliere, anche perché la Lega cresce e prima o poi occuperà gli spazi che restano a disposizione, starne fuori sarebbe come autoeliminarsi dai giochi.

Con Mattarella al Colle, Renzi allontana le elezioni, dunque per il Cavaliere non resta che tornare all’opposizione, quella vera, per prepararsi al dopo. Il Patto in mano a Berlusconi va stracciato per andare oltre, mantenerlo in vita a questo punto non avrebbe senso.

Prepariamoci dunque, a nuove spavalderie di Renzi, a subire la sua ridicola oratoria, a nuove spremiture fiscali e ad ulteriori prese in giro. Una sola variabile può girare il tavolo: l’economia, l’Europa e l’euro. Se infatti con la Grecia prendesse il via la frantumazione dei patti e del vincolo della moneta unica, allora i giochi sarebbero davvero tutti da riscrivere e qualche nuovo colpo di scena potrebbe starci. In qualche modo dipendiamo da Tsipras, dalle sue scelte in Europa, dalla forza che avrà per imporre la sua linea ed aprire una breccia a favore di chi l’euro non lo sopporta più. Insomma, bisogna decidere da che parte stare, fino ad oggi le larghe intese hanno favorito solo il centrosinistra, non funzionano per gli altri, anzi tendono a spiazzarli ed isolarli, dunque serve il bipolarismo non maturo, ma chiaro e vero. Da oggi deve ripartire il centrodestra, ritrovare la sua unità e la sua identità, Salvini può riuscirci e se Berlusconi saprà affiancarlo davvero tutto non è perduto!

 

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:22