Non saper governare è peggio di imbrogliare

Le scorrettezze e l’opportunismo di Renzi nel caso dei suoi indagati che non rimuove né che si rimuovono da soli, e il caso Lupi, rimosso ipocritamente, devono condurre alla conclusione che la cosa pubblica non può continuare ad essere amministrata e gestita così e che è necessario riformare il sistema ed il funzionamento dei partiti politici e la rappresentanza in senso il più possibile autonomo economicamente rispetto allo Stato, ai nostri soldi. Con l’assottigliamento dello Stato fino a diventare “minimo”, i pochi servizi essenziali verranno gestiti come una società per azioni, con pochi amministratori pubblici designati dagli eletti. Le leggi dovranno essere create con un Parlamento ridotto alla sola Camera dopo l’abolizione totale del Senato, con la Camera composta da massimo un centinaio di eletti stipendiati meno di un terzo di quanto percepiscono oggi.

Il sistema italiano attuale non è un sistema politico in cui vige la democrazia. Cioè da quando Napolitano ha designato senza voto i “suoi” a governare: Monti, Letta e Renzi. La incapacità di questi e dei loro governi illegittimi ha condotto al disastro istituzionale, economico e sociale il Paese, proprio in quanto non eletti. Il nesso tra essere eletti, rappresentare e governare comporta infatti che il rappresentante risponda all’interesse del rappresentato, cioè degli italiani. La rappresentanza democratica è al contrario inquinata e avvelenata: 1) Dal non votare e poter scegliere legittimamente i rappresentanti diretti; 2) Dal trasformismo politico, cioè l’essere eletti perché si sostengano determinate convinzioni da tradurre in fatti e cambiare casacca, rappresentanza; 3) Dallo scollegamento della rappresentanza dalla cittadinanza italiana con la soppressione, come sta facendo scelleratamente quanto arrogantemente oggi Renzi, della elezione da parte degli italiani dei propri rappresentanti con il cosiddetto “Italicum”.

Premesso che gli ultimi accadimenti riconducibili a Renzi sono l’ulteriore agghiacciante spettacolo delle gravi condizioni in cui versa il Paese e delle sue scorrettezze personali, prima ancora che “politiche”, è necessario si distingua con attenzione, separandoli, tra il moralismo d’accatto che ci vomita addosso con questo suo governo non eletto e la totale incapacità nel merito di fare le cose che servono.

Premesso cioè che De Luca e i sottosegretari di sinistra di Renzi ce li impone arbitrariamente e contro ogni regola, mentre i fregnoni di Alfano vengono fatti sciacallamente sopprimere dopo averli completamente isolati e dunque tenuti in pugno, come tuttora è, in quanto consenzienti sodali al governo illegittimo, ciò che si nasconde, sommersa da cotanta spazzatura e da esaltati tweet, è l’incapacità effettiva (anche) di questo terzo governo rifilato da Napolitano. Chi di spada ferisce, di spada perisce. Sarà così che Renzi fagociterà se stesso, avendo nel frattempo distrutto l’Italia, oggi già a buon punto. Mascheratosi cioè da salvatore della patria non sa e non si accorge di averla distrutta per sua stessa incapacità. L’orgia del potere cela la distruzione progressiva operata.

Con i recenti ulteriori fatti indegni, l’Italia è stata ancor più inquinata nel suo stesso modo di concepire il proprio sistema democratico, che in pratica è stato mandato al macero sotto i colpi di Napolitano in cui rientrano oggi le arroganze di Renzi, e non ha avuto alcun “anticorpo” atto a fare da muro di protezione e di opposizione all’incapacità dei tre governi illegittimi susseguitisi, con l’imbroglio al potere.

Cosa fare? Andare al voto, ricordando, il centrodestra, di avere aiutato nefandamente con Alfano la sinistra ad esistere al governo, e il centrosinistra di essere stato colpito e affondato mortalmente dai suoi stessi imbrogli e per l’incapacità di qualsivoglia utile direzione politica.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:30