I giudici di Renzi a scudo delle Coop

Mafia Capitale con Salvatore Buzzi e Massimo Carminati ha reso evidente lo snaturamento delle coop rosse, un sistema trasversale con rossi e neri che si spartiscono i soldi sul traffico degli immigrati alle spalle degli italiani. Come ha riferito Buzzi “Il traffico di droga rende meno”. E’ il filo rosso delle inchieste, da quelle nascoste ai tempi di Tangentopoli da cui è stato fatto emergere solo o quasi Primo Greganti a Filippo Penati e, più di recente, passando per l’ex sindaco pd di Venezia Giorgio Orsoni, fino al sindaco pd Marino e al pd di Mafia Capitale.

Come è stato detto, il pd non lavora per i cittadini ma per se stesso, non rappresenta la società ma solo i suoi eletti (con voto pagato ai rom), “coperti” insieme a Renzi dalla campagna acquisti ed immissione nella amministrazione politica della magistratura targata pd. Un partito, quello della sinistra pd, che lavora per sé, per i propri eletti, per amici e parenti “coperto” dai giudici arruolati a mo’ di scudi umani, a protezione. E’ tuttora infatti all’anti corruzione l’ex magistrato Raffaele Cantone, alla giunta di centro sinistra per la legalità e la “ moralità” Alfonso Sabella oggi magistrato-assessore romano, poi c’è alla legalità di Firenze l’ex procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, e presiede oggi la commissione del governo Renzi per la riscrittura delle leggi antimafia Nicola Gratteri, c’è poi anche Francesco Greco che sarebbe dovuto entrare all’agenzia delle entrate al posto di Befera ma, messo in stand by, è attualmente tra i papabili alle infrastrutture “liberate” da Lupi.

La ragnatela delle coop rosse legate al capo Buzzi/Carminati di Mafia Capitale parte da Legacoop, la lega delle cooperative rosse capitanata da Mauro Lusetti coadiuvato dal direttore generale Aldo Soldi; la Legacoop controlla il gruppo assicurativo Unipolsai. L’attuale ministro del lavoro di Renzi Poletti presiedeva fino a qualche tempo fa Coopfond s.p.a. che gestisce il fondo mutualistico delle cooperative rosse, controllata al cento per cento da Legacoop. La Coopfond di Poletti fino all’altro ieri è stata guidata nientedimeno che da Salvatore Buzzi di Mafia capitale e, disponendo di partecipazioni per 251 milioni di euro e gestendo un fondo di riserva da 412 milioni, fantasticava soluzioni circa la possibilità di emettere miniobbligazioni.

La Coopfond ha partecipazioni in società quali la Cooperfactor, società di factoring di Legacoop, la Cooperfidi Italia che ha in sé cooperative anche bianche, e la Cooperare s.p.a. dotata finanziariamente di 270 milioni circa di euro e di investimenti in nove società cooperative per 303 milioni di euro. La Cooperare s.p.a. ha una quota di Finsoe con cui controlla Unipol assicurazioni, investe nelle concessioni autostradali, nelle energie rinnovabili, e in colossi di cooperazione rossa quali Manutencoop e Cmc di Ravenna.

Nell’azionariato di Cooperare s.p.a. ci sono la Coopfond, Ccfs un consorzio finanziario che opera come banca del sistema, cinque finanziarie territoriali di sistema delle coop rosse e tutti gli azionisti di Cooperare hanno un patrimonio netto aggregato di 700 milioni di euro. Si tratta di un sistema finanziario complesso riconducibile allo spazio territoriale sull’asse tra Bologna e Reggio Emilia, precisamente all’attuale ministro Poletti così come a Delrio ex sindaco di Reggio Emilia oggi sottosegretario al governo di Renzi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:21