Il centrodestra e l’asino di Buridano

Che la prossima tornata elettorale di maggio sarà un indicatore di grande importanza è fuori di dubbio, per Matteo Renzi da una parte e Matteo Salvini e Silvio Belusconi dall’altra, si dimostrerà una tappa in grado di confermare o sovvertire le strategie fin qui adottate. Sia come sia, da quel momento l’obiettivo delle elezioni politiche sarà sempre più vicino, soprattutto per Salvini ed il centrodestra, vada bene o male, è indispensabile comunque, uscire allo scoperto per annunciare chi farà da comandante nella battaglia finale contro Renzi.

Infatti, primarie o no, nel frattempo qualcuno in grado di indicare strade e traguardo deve esserci; continuare a litigare e basta a destra non serve, crea solo danni e, conseguentemente, vantaggi per Renzi. Del resto, se c’è una cosa chiara ed evidente è che da Mario Monti in giù, trasversalismo e larghe intese, hanno giovato solo al centrosinistra, gli hanno permesso di porre e disporre, senza controlli e senza opposizione. Che in tutto ciò, opportunismi e tradimenti siano stati fondamentali è palese, in via ideale il centrodestra si è manifestato meno serio e meno affidabile dell’altra parte, infatti, chi si è piegato ed offerto in pasto ai cattocomunisti è stato in larga misura l’ex Polo della Libertà. Va da sé che senza l’abiura di Angelino Alfano e dei suoi assistenti e senza gli opportunismi di Berlusconi il quadro politico avrebbe preso ben altra strada, Monti e soprattutto Renzi non avrebbero potuto governare e tutti noi saremmo stati meglio. Però così è stato ed il Paese, pian piano, è tornato indietro di decenni e come in una sorta di referendum al contrario è passato dalla repubblica alla monarchia, con il “Re…nzi” a comandare.

Che tutto ciò non vada bene e sia pericoloso ormai si è visto, in quattro anni siamo precipitati nel peggiore degli inferni e quelle scintille di ripresa di cui parlano sono placebo rispetto a ciò che ci vorrebbe. In un disastro come il nostro per respirare dovremmo crescere del 3 per cento e per lungo tempo consecutivamente, lo zero virgola oppure l’uno sono minuzie di tendenza che basta nulla per spazzarle via. Al di là della polvere di stelle e dei favori fatti a Confindustria ed alle banche nel sistema Italia non è cambiato niente, si è solo massacrata con le tasse la gente, si è messa un po’ di lacca sulla costituzione, si è inasprita senza vergogna la sedia elettrica fiscale e si è appena punzecchiata con la spilla la burocrazia ed il malaffare. Tant’è vero che gli scandali continuano a bizzeffe, il contenzioso fra Stato e contribuenti è esplosivo, il debito sale e le lobby continuano a comandare. Questo è il risultato delle larghe intese, del modello che avrebbe dovuto rilanciarci e restituirci fiducia e benessere. Un grande imbroglio a tavolino per obbedire all’Europa e favorire caste e potenti consentendogli di fare affari, sistemare bilanci e ripulire lo sporco di decenni di sbagli e ruberie. Per questo, comunque vada, dopo le regionali c’è da tornare alla chiarezza, al bipolarismo vero quello che nei paesi seri funziona sempre e bene, la presenza di due schieramenti, di due leader e di due idee.

L’Italia è soffocata dai problemi, tenerla in confusione con governi “barzotti”, mediocri e miscelati serve ai potenti e non ai cittadini, serve a svenderla e a consentire affari sulla pelle di chi paga tasse e addizionali, disservizi e malfunzionamenti. È necessaria un’alternativa, occorre un’idea diversa di Paese e non può essere solo Renzi a stabilire cosa serva e cosa c’è da fare, è un insulto alla democrazia, al popolo e al diritto.

Cari Salvini e Berlusconi, chiudetevi da soli dentro una stanza ed uscitene con una scelta chiara e definitiva, ovviamente lasciando fuori sia Gianni Letta che Denis Verdini che non devono essere messi al corrente delle questioni trattate neanche a conversazione avvenuta. Se fosse vivo, Jean Buridan vi esorterebbe: “ricordatevi di me e del mio motto”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:19