Legge Pinto? A Perugia con due contabili si azzera il pregresso

Basterebbero due contabili esperti, due di numero, per azzerare in poco più di sei mesi un gigantesco arretrato di ordini di liquidazione ex lege Pinto in quel di Perugia. Che è il distretto di corte di appello più intasato d’Italia occupandosi di Roma. Chi scrive da circa quattro anni attende di avere liquidati circa 5 mila e 750 euro ex lege Pinto per il ritardo di un processo di lavoro durato dieci anni solo nella sua fase d’appello. Chi scrive purtroppo è in buona compagnia perchè Perugia è il distretto di Corte di appello che si occupa delle grane di Roma. E la cancelliera addetta alla semplice liquidazione di sentenze, ordinanze e giudizi di ottemperanza emessi dalla corte di appello di Perugia (peraltro in tempi quasi accettabili) che giudica su tutte le cose civili e penali che investono la responsabilità dei magistrati romani, pur lavorando a pieno ritmo si dice non in grado di pronosticare se entro il 2015 sarà esaurita l’ondata del 2010. Poi arriverà quella del 2011, che include la mia ordinanza di liquidazione del danno emessa l’11 giugno di quel benedetto anno.

La lentezza di questi rimborsi per i danni subiti da tanti cittadini a causa della lentezza dei processi civili e di lavoro (ma anche penali e amministrativi) sta costando allo stato italiano numerose altre condanne in Europa alla corte di Strasburgo, la ormai notissima Cedu. Condanne pecuniarie , si intende. Oltre che di pura vergogna ontologica. E quindi l’intero sistema, tanto per cambiare, è in tilt anche se il ministro di Giustizia Orlando se ne va stralogando nei convegni affermando di avere iniziato chissà quale circolo virtuoso.

Parlando periodicamente con la suddetta cancelliera, ormai disperata per la pressione che gli mettono tutti i risarcituri, sono venuto a sapere una cosa che la dice lunga sul perché l’Italia è un paese da cui evadere, più che emigrare: “sa dottore, basterebbe che il ministero ci applicasse per sei mesi due contabili competenti, che mi aiutassero a liquidare le pratiche, e noi avremmo quasi esaurito tutto l’arretrato fino a oggi in meno di un anno, visto che i fondi ci sono”. E invece? “Invece ci mandano dipendenti non molto produttivi delle abolite province che francamente anche se se ne stessero a casa sarebbe la stessa cosa”.

Insomma il ministero di Grazia e Giustizia è così mal governato e disorganizzato da non sapere o da far finta di non sapere che si potrebbero evitare nuove e numerosissime condanne dell’Italia a Strasburgo semplicemente applicando numero due contabili alla corte di appello di Perugia per aiutare la cancelliera a liquidare sentenze, ordinanze e giudizi di ottemperanza relativi alla legge Pinto. Una furbata inventata a suo tempo dal primo governo Prodi per evitare i ricorsi a pioggia (torrenziale) in Europa da parte dei malcapitati Fantozzi, vittime della giustizia italiana, costringendoli a rivolgersi, con questi brillanti risultati, alle corti di appello italiane.

Perugia da sola è la metà del contenzioso italiano da liquidare. Ci sono i soldi ma non c’è un imbecille che sappia ordinare a due contabili della pubblica amministrazione di farsi un soggiorno di sei mesi, un anno, a Perugia, magari con un bell’incentivo sullo stipendio, ad aiutare la povera dottoressa S.F.

Come avrebbe detto Woody Allen, “signori vi presento il governo italiano”.

@buffadimitri

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:54