In Italia manca la responsabilità politica

mercoledì 6 maggio 2015


In Italia, chi arriva arriva, e fa danno come e quanto gli pare. E noi italiani paghiamo i conti sballati dei cosiddetti “salvatori” della Patria. Urge ci sia in Italia la nuova categoria della responsabilità politica. Urge, data la situazione. Bisogna prevedere una responsabilità diversa da quella giudiziale, inserita nel nostro ordinamento giuridico nell’ambito della disciplina dei partiti politici, tutta da scrivere, a cominciare dalla personalità giuridica.

Istituendo la responsabilità politica si avrà da una parte l’effetto deterrente per chi ambirà ad amministrare la cosa pubblica, o meglio ciò che rimarrà della cosa pubblica, e soggetti quali Monti, Letta e Renzi ci penseranno due volte prima di ambire a gestire qualsivoglia cosa dato che costerà loro pesantemente, e dall’altra aprirà la strada alla privatizzazione progressiva del settore pubblico dato che, dovendone rispondere allo stesso modo di come avviene in un qualsiasi settore privato, le regole saranno le medesime dunque si sarà costretti a fare responsabilmente pena la sanzione politica. Sanzione che non deve essere inesistente come oggi, ma politicamente punitiva, personale ed economica. Portare il Paese sulla strada che funziona del mercato comporta portare ogni attività, gestione ed amministrazione del pubblico alla regola numero uno del mercato, cioè quella in base a cui si risponde di ciò che si fa, e chi rompe paga.

Si prenda ad esempio Monti che ha introdotto la tassa Imu ma non l’ha affatto compensata con tagli alla spesa pubblica. La tassa sulle casa ha provocato disastri, ha impoverito le famiglie, fermato i consumi, ha fatto crollare il mercato immobiliare, cioè il settore che più di ogni altro dava lavoro agli italiani. Chi risponde? E si pensi all’intervento sempre di Monti contro i pensionati, spacciato come equo e sanzionato dalla Corte Costituzionale, importi sottratti a mo’ di furto con destrezza dal governo mai eletto Monti, che non solo dovranno essere restituiti con gli interessi, ma bocciati perché incostituzionali anche per la parte relativa al blocco dell’indicizzazione delle pensioni sopra una determinata soglia, ovvero meno di 1500 euro al mese. Solo per quest’ultima “trovata” di Monti il costo oggi per gli italiani è di 13 miliardi di euro, il corrispondente dell’intero bonus degli 80 euro di Renzi e dell’inesistente tesoretto “trovato” di quest’ultimo per favorire se stesso a spese nostre.

Insomma, chi sbaglia in politica non risponde di niente e non paga mai, in compenso paghiamo sempre noi, pagano gli italiani le malefatte dei Presidenti del Consiglio di turno, che siano legittimi o come nei casi di Monti, Letta e Renzi, illegittimi al potere, ovvero mai eletti. Chi paga i 5 miliardi di euro che costerà la decontribuzione per i nuovi assunti? Chi paga per gli effetti nocivi dei contratti derivati sul debito pubblico italiano? Chi paga per i costi della restituzione del contributo di solidarietà sulle pensioni alte? Chi paga per la riforma approvata in privato da Renzi & Company della legge elettorale? Chi risponde del fatto che si toglie il voto ai cittadini dando il Senato ai partiti politici senza gli italiani? Chi risponde e paga dell’invasione incontrollata di immigrati clandestini senza che venga fatto alcunché, in assenza di qualsivoglia idea, proposta o soluzione politica? Chi risponde e paga il fatto dei tre governi di sinistra non eletti imposti agli italiani senza voto elettorale da Napolitano? Come rispondono i cosiddetti “salvatori” della Patria? Gli italiani maledicono Napolitano, Monti, Letta e Renzi per i conti loro imputabili e dovuti solo alla loro responsabilità.


di Cesare Alfieri