Il titolo della retorica

Ma che triste teatrino, che silos di retorica, che accostamento improvvido al limite del risibile. Una è nata nel Regno Unito, le è stato imposto un nome che racconta le sue origini ed è lungo una quaresima; l’altra ha visto la luce appena arrivata in una terra non sua e chissà se, un giorno, qualcuno riuscirà mai a spiegarle i motivi di una traversata. Unico punto in comune tra le due neonate è il fatto di essere venute al mondo nello stesso giorno. Bene: e quindi?

Se dalle nostre parti si fosse meno retorici, avremmo evitato di leggere prime pagine con titoli (sull’argomento) che davvero chiedono vendetta. “Cittadine della stessa terra” (Avvenire), “Charlotte e Francesca Marina due principesse (per un giorno)” (Il Giornale), “Gemelle diverse, uguali per un giorno” (Il Tempo), “Due neonate, qual è la vostra principessa?” (Il Mattino) e così via titolando. E poi, tra tante ovvietà, come poteva mancare Massimo Gramellini che testualmente così ha concluso il suo “Buongiorno” su “La Stampa” di martedì: “La ricerca delle pari opportunità è il compito supremo della politica. Sarà interessante ritrovare queste due bambine tra trent’anni e scoprire se le differenze abissali che oggi le separano si saranno almeno ridotte. Attraverso il loro cammino potremo misurare quello dell’umanità”.

Non spiega, il vicedirettore de “La Stampa”, come potranno mai ridursi le differenze che separano una principessa ereditaria della dinastia Windsor (al quarto posto nella linea di successione al trono inglese) con una bimba nata da una madre finita su uno dei tanti barconi della speranza in fuga da Paesi martoriati: sono quelle differenze che – purtroppo o per fortuna – non si riusciranno mai a superare e che con la loro esistenza forniscono l’unica pezza d’appoggio per titolisti in cerca di astruse oscenità.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:09