Sentenza Consulta,  commenti inconsulti

In Italia ormai non solo non esiste più lo Stato di diritto ma si sta perdendo anche la logica aristotelica. Che pure ha fondato il pensiero universale per quasi due millenni. Ieri la ineffabile Lucia Annunziata ha invitato in video conferenza la Elsa Fornero che dall’America ha pontificato sulla propria legge giudicata incostituzionale dalla Consulta. E lo ha fatto in maniera inconsulta. Se mi si passa il gioco di parole. Perché l’argomentazione più o meno era questa: io ho ragione e 15 giudici costituzionali torto perché quella legge era giusta e noi dovevamo salvare l’Italia.

Come il Paese sia stato salvato dal governo Monti ciascuno può giudicare. Disoccupati raddoppiati, esodati, gente allo stremo e recessione. La Monti and Fornero school of economics ha offerto ricette buone per distruggere qualunque economia: una specie di bomba atomica che abbiamo tirato su noi stessi. L’"argomentazione giuridica", chiamiamola così, è sempre la stessa: esigenze di bilancio. Qualcuno ha azzardato un richiamo all’articolo 81 della Costituzione, che però riguarda (anche dopo la assurda novellazione fatta dal governo Berlusconi su pressione dell’Europa che ha voluto imporre il cosiddetto pareggio di bilancio in Costituzione) la copertura finanziaria dei provvedimenti del governo e del parlamento, non la restituzione di somme dovute ai pensionati.

Per giunta in ottemperanza a una sentenza costituzionale. Mica del pretore di Canicattì. Ammesso che quel paese abbia un pretore. Quello che si fa finta di non capire, in questo ormai stucchevole gioco a chi è più disonesto intellettualmente, è che lo sbaglio fu fatto a monte, anzi a Monti. Non andava semplicemente colpita l’indicizzazione già bassa, vista la inflazione quasi a zero, delle pensioni, basse o altissime che fossero, ma andava cercato un altro cespite per fare cassa. Chi scrive ad esempio ha da tempo ipotizzato la legalizzazione della prostituzione e delle droghe leggere (modello Colorado e Nevada, ma anche Germania, Olanda o Portogallo) che da sole porterebbero non meno di 10 o 15 miliardi di euro l’anno alle casse dello Stato.

Potevano esserci anche altre scelte, in fondo quelli che sanno tutto (e non capiscono niente), quelli che insegnano economia nelle università americane, sono loro, i Monti e le Fornero. Cosa poi abbiano da insegnare resta un mistero gaudioso, visti i risultati, ma tant’è. Invece si è scelta una scorciatoia che presentava evidenti profili di incostituzionalità e alla fine è andato tutto in vacca. Come era altamente prevedibile. Adesso che si fa? Con un’abile propaganda, cui i giornalisti di alcuni giornali posseduti per lo più da banche o imprenditori che vivono di soldi statali si sono prestati senza alcun ritegno, si tenta di colpevolizzare e poi di criminalizzare le vittime delle scelte sbagliate di Monti e Fornero: cioè i pensionati. Specie quelli che hanno alte pensioni. Come se le avessero rubate. Si criminalizza il metodo retributivo come se quella gente non avesse versato comunque e per decenni fior di contributi nelle casse dell’Inps. Che se invece di essere stato un carrozzone di lottizzati dalla politica e dalla burocrazia dirigenziale italiana fosse stata un’assicurazione privata avrebbe oggi i conti più che attivi. Poi arrivano “esperti” come Tito Boeri che propongono di toccare i diritti acquisti e di ricalcolare con il metodo contributivo le pensioni già in erogazione con quello precedente. Una cosa da Corea del Nord.

Cameron poco prima di stravincere le elezioni a dispetto dei sondaggi falsi e interessati che lo davano perdente ha fatto una mossa a dir poco rivoluzionaria: sapendo che in futuro certe pensioni pubbliche o private non potranno essere più pagate ha detto che chi volesse potrà in ogni caso optare per la restituzione dei contributi versati, ovviamente aumentati della rivalutazione e con gli interessi. Poi potrà utilizzare quel denaro per farsi un’assicurazione privata ovvero potrà mangiarselo con donne e cavalli.

Non ci si nasconda quindi dietro l’esile dito della propria disonestà intellettuale: l’Inps negli anni quei soldi li ha amministrati male, molti ci hanno appozzato le mani dentro nella prima e nella seconda repubblica, qualcuno ha approvato leggi vergogna come la Mosca per regalare le pensioni ai sindacalisti e ai politici che non venivano eletti in Parlamento e adesso che i conti non sono in ordine si scarica sulla massa, sulla “plebe” dei 18 milioni di pensionati, il risultato di decenni di ruberie e mala-amministrazione. E si tenta anche di dare a ciò una veste di diritto che però risulta più corta della minigonna di una escort media.

Comodo fare inconsulti commenti alla sentenza della Consulta. Che però quando giustamente bocciava le leggi del cavolo e vergognose fatte dai governi del Pdl veniva santificata. Comodo aprire dibattiti che partono da postulati falsi e mistificatori. Comodo usare le rubriche televisive e i talk-show per dare la colpa a quei pensionati che pretendono indietro i soldi. Comodo cercare di non applicare una sentenza costituzionale che si sapeva in fieri da ormai più di due anni.

Comodo distruggere lo stato di diritto anche in questo settore. Fregandosene di eventuali condanne europee che fioccheranno a raffica come quelle che già ci hanno sommerso per il nostro pazzesco sistema di diritto penale e civile. Il politico miope teme solo la disapprovazione a breve termine del Def da parte della Commissione Ue. Ma lo statista vero si impegna per trovare una soluzione decente e non per colpire solo chi non può difendersi. E a tutti questi soloni che vengono in televisione, protetti da stipendi altamente immeritati, a raccontare scempiaggini su pensioni e pensionati non si può che ribattere con una sola parola, anzi due: “vergogna, maledetti!”.

@buffadimitri

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:29