Il sistema di sinistra

sabato 23 maggio 2015


A conferma e riprova che Renzi, così come Monti e Letta, è stato messo al governo non eletto perché non faccia alcunché se non mantenere il sistema “politico” di sinistra aggiungendo ad esso sé e i suoi, ecco alcune righe esemplificative sulle mogli, i fratelli e i cugini di sinistra per i quali il vitalizio è di famiglia: suocera di Veltroni, figlia di Cossutta, fratello di Crocetta.

Senato e Camera sono il buen retiro per fratelli, cugini, figli e suocere della sinistra, di “politici” di qualsivoglia provenienza di cui si può fare decisamente a meno. Il potere ha uno stupefacente tratto ereditario e, guarda caso, pur essendo l’Italia una Repubblica, c’è più di una cinghia di trasmissione di sinistra che consente di estendere ai loro consanguinei, che siano biologici o acquisiti, interi stipendi e status.

Scorrendo l’elenco dei vitalizi erogati dal Senato, infatti, si scopre che dal 1992 al 2001 sui banchi di Palazzo Madama ha “utilmente” seduto per gli italiani il deretano di Franca D’Alessandro Prisco. Si tratta della suocera di Walter Veltroni, pensionato lui stesso da noi tutti tuttora e fin da giovane età. Ex assessore nelle giunte comuniste del Comune di Roma con i sindaci Argan, Petroselli e Vetere, Franca D’Alessandro, moglie di Massimo Prisco, direttore della federazione statali della Cgil, ha compiuto il grande salto sulla scena nazionale. Nei quattordici anni trascorsi dal termine della propria esperienza al Senato, ha accumulato circa 770mila euro di vitalizi a fronte di una contribuzione di 238mila euro per uno sbilancio (soldi dati da noi e da ella mai prodotti o dati) complessivo di 531mila euro circa. Questa è la cifra leggermente inferiore a quella percepita di Salvatore Crocetta (-586mila di differenza previdenziale a nostro credito), fratello dell’attuale governatore siculo Rosario, prima sindaco della fiorente Gela, e adesso presidente tra un rimpasto e l’altro nientedimeno che della Regione Sicilia.

Non da meno peraltro è la famiglia catanese di Paternò dei La Russa, con sbilancio della posizione a credito degli italiani per 700mila euro, o del calabrese Francesco Covello di Castrovillari, con 659mila euro a nostro credito, e della figlia Stefania (oggi parlamentare Pd), componente della segreteria del partito di Matteo Renzi con delega ai fondi europei, quegli stessi in cui l’Italia è ultima, o meglio non pervenuta, nel prenderli e di cui tanto si lamenta Renzi pubblicamente quanto non sa che è lui stesso e i suoi la causa del non percepimento. La famiglia è sacra anche per Maura Cossutta, figlia del “rigorosissimo” (per gli altri) filosovietico Armando, nel senso che il papà l’hanno pagato i sovietici mentre figli e nipoti ce li siamo beccati noi sul groppone, mantenuti dalla tassazione esosa e indecente con cui ci affliggono; la figlia Mauretta è a nostro credito con 27.400 euro. E c’è stata anche un’altra figlia della sinistra mantenuta a vita da noi italiani, tale Balda Di Vittorio, figlia del leader storico della Cgil, fino alla morte.

I sindacati hanno preso Palazzo Madama per la loro dependance. L’ultimo in ordine di tempo è stato Franco Marini, ex numero uno della Cisl che, avendo terminato l’esperienza due anni fa, è ancora in attivo per quanto riguarda la posizione contributiva. In credito verso di noi per 256mila euro è anche Antonio Pizzinato, il successore di Luciano Lama alla guida del sindacato di via Po, si tratta di un altro comunista educato a Mosca che è transitato dai soldi sovietici al bengodi garantito da noi italiani. In credito anche Giorgio Benvenuto per 192mila euro, il quale con Lama e Pierre Carniti – con crediti verso gli italiani per circa 378mila euro – spadroneggiava sui governi e Confindustria italiani durante gli anni Ottanta.

Al Senato con il Pds-Ds di sinistra c’è Luigi Biscardi con 531mila euro degli italiani, mentre il fratello Aldo, quello del Processo del lunedì, è transitato da Paese Sera al Tg3 in un colpo solo. Come è noto, il Tg3 come tutta la Rai, quella del canone, sono arcinoti serbatoi “occupazionali” ed elettorali della sinistra. Questo prima che Napolitano, di sinistra, non decidesse di fare da solo, mettendo la sinistra al governo senza passare da elezioni e voto di tutti gli italiani. Dal 2011 ad oggi la sinistra è cioè vergognosamente passata direttamente allo stipendio senza il consenso della maggioranza di italiani.


di Vladimiro Iuliano