Mappe della mafia e tessere antimafia

Lo avevo inteso esporre il suo progetto in un video ritrovato su Internet. Ma, uomo del secolo passato, ho dovuto vedere lo scritto per rendermi conto della portata di questa iniziativa di Nando dalla Chiesa (fu Carlo Alberto). Uno scritto proveniente dal sito WikiMafia sul progetto “Mafia Maps”. La spiegazione di quel titolo, rigorosamente in inglese, come la quasi totalità di “termini tecnici” di cotanta operazione, è sulla prima pagina dello stampato (in italiano). “Mafia Maps è il primo progetto per smartphone e tablet che permetta a chiunque la ricerca e la visualizzazione di carte geografiche sul fenomeno mafioso in tutta Italia”.

Lungo è il discorso di presentazione dell’iniziativa. Alla sua base, “l’esigenza di riorganizzare in maniera scientifica la conoscenza accumulata in oltre trent’anni sul fenomeno mafioso…”. “Una proiezione geografica che aiuti il cittadino a comprendere effettivamente l’entità della minaccia mafiosa…”. “Convinti che la mancata consapevolezza del cittadino (che permette, ecc…) sia anche figlia della mancata percezione, anzitutto geografica, del fenomeno (mafioso) nel proprio territorio”.

Il fine di questa presa di coscienza geografica del fenomeno mafioso è netta e definitiva. Uno consulta la mappa e si rende conto: “Toh! Sono in territorio ad alta intensità mafiosa” (colore rosso-bruno). E così può provvedere, “… dobbiamo cacciarli a pedate dai nostri quartieri e dalle nostre città…”. “Ovunque ci sia un mafioso devono esserci cento antimafiosi preparati e consapevoli che gli stanno col fiato sul collo…”. Chiaro no?

Ma qui viene fuori quello che, al di là dello slogan “mappiamoli tutti”, credo sia la questione centrale del dalla Chiesa-pensiero. Gli antimafiosi, oltre che geograficamente orientati e coscienti, devono essere a loro volta identificati e organizzati. Che questa sia, in fondo, la principale partecipazione, anche se riservata, del professor Nando si ricava anzitutto dallo spazio che nella sua relazione progettuale è dedicato all’elaborazione di uno schema di individuazione e di classificazione gerarchica (che è di questo che si tratta) degli antimafiosi Doc. E qui emerge la statura dello stratega. Buon sangue non mente. Lì per lì sembra che di “mappare” gli antimafiosi il professore di mafiologia non se ne curi. Ma poi ci si rende conto che questo è il suo pallino (scusate l’espressione poco universitaria). Il professore non parla di “schedatura degli antimafiosi”, di albo dei combattenti e reduci delle battaglie antimafia, ecc. ecc. Con gande franchezza parla subito di quattrini. Sì, di quattrini. Pochi, dobbiamo ammetterlo, data la grandiosità e capillarità del progetto. Ma - ecco ancora lo stratega e lo psicologo - è meglio non dare l’impressione di battere troppo forte a denari: “Ci vogliono centomila euro”. Noi, spiega il nostro Nando, lavoriamo gratis. Ma per raccogliere centomila euro tira giù un programma minuziosissimo e vasto di “crowdfunding”, che per noi, poveri ignorantelli esclusi dai fasti dell’elite universitaria socio-antimafiosa è, poi, una questua o, se vogliamo tirarci un po’ su, una “pubblica sottoscrizione”.

SuperNando arriva a studiare le modalità di versamenti più convenienti, consigliandole ai sottoscrittori (come si dice in inglese? boh!). Il bonifico bancario è il meno costoso. Ma quello che più colpisce sono alcune pagine con il capitolo “ricompense”. E qui ti volevo. Pare che queste ricompense siano la cosa più importante. Ora, nessuno ha mai pensato che le ricevute ed attestati (per quanto pomposi) di oboli versati per pubbliche sottoscrizioni siano definite ricompense.

È però vero che le “ricompense” per i benemeriti del “crowdfunding” sono denominate in lingua inglese: “mini-supporter”, “supporter”, “special supporter”, “silver supporter”, “gold support” fino all’“Elite supporter” (500 euro e più…). E, in inglese, è un’altra cosa. E poi ci sono le “ricompense per le associazioni” (“mapper”, “sostenitrice”, “sponsor”… ecc.). Ma che quel che conta è che le qualifiche dei “contribuenti” non si esauriscono nella classificazione del generoso gesto. Diventano la qualifica delle persone (o dell’associazione). Uno che possa esibire il suo tesserino di “Silver supporter” è una specie di “graduato”. Non è un “antimafioso” qualsiasi. E, soprattutto, non è un mafioso. È uno che proclama “mappiamoli tutti”, cioè prendiamoli a calci, ecc. ecc. E i calci non li prende, li dà. Così la ricevuta diventa “ricompensa”. Di questi tempi non si sa mai. “Lei non sa chi sono io… sono un gold supporter di Mafia Maps e del professor Nando dalla Chiesa”. Questo, SuperNando non lo dice. Per modestia. Ma un sociologo (antimafia) come lui certe cose le sa bene...

Oltre i conti delle percentuali di spesa per le varie forme di versamento, il professore non può non aver pensato anche a questo. La “mappa” si completa (e si complica).

 

(*) Articolo tratto da Giustizia Giusta

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:20