La “trasparenza” a... Cinque Stelle

sabato 30 maggio 2015


Era “l’anno duemiladodici, il giorno quattordici del mese di dicembre” quando a Genova, in via Ceccardi 4/9, di fronte al notaio Filippo D’Amore, erano presenti i signori Giuseppe detto “Beppe” Grillo, Enrico Grillo ed Enrico Maria Nadasi. Fu quello il giorno della costituzione di un’associazione non riconosciuta denominata “Movimento 5 Stelle”, con sede “in Genova (Ge), via Roccatagliata Ceccardi, 1/14”.

Con quell’atto di quattro pagine si gettano le basi e si stabiliscono i princìpi di fondo del sodalizio grillino: riconosce la Rete come “lo strumento capace di assicurare un modello di consultazione e partecipazione effettivamente democratico alla vita politica del Paese”, individua il sito del giullare ligure quale fornitore degli obiettivi politici e programmatici dell’associazione, stabilisce “i valori fondanti del Movimento”, che sarebbero “libertà, uguaglianza, dignità, solidarietà, fratellanza e rispetto”. L’articolo 5 stabilisce anche che il patrimonio dell’associazione è costituito, oltre che “dalla quota annuale versata dagli associati, dai contributi volontari di persone fisiche, enti pubblici e privati”, e anche da “sovvenzioni dello Stato, della Regione o di enti sopranazionali” oltre che da “eventuali proventi derivanti dalla fornitura di servizi”. Lo statuto dell’associazione, insomma, prevede esplicitamente il sovvenzionamento da parte di enti pubblici. L’articolo 7 sancisce poi che, per i primi tre anni, il Consiglio direttivo è composto da Grillo (Beppe) nel ruolo di presidente, da Grillo (Enrico) in quello di vice e da Nadasi nel ruolo di segretario. Nel dicembre di quest’anno, a rigor di logica, ci dovrà essere la nomina del nuovo direttivo (ma a noi, chissà perché, ci viene già da sorridere…).

All’atto di cui sopra viene anche allegato un documento (contrassegnato con la lettera “B” in quanto l’allegato “A” è il simbolo del movimento), che altro non è se non lo statuto dell’associazione medesima sottoscritto dai tre del Consiglio direttivo e composto da sei pagine. Esiste poi il cosiddetto “non-statuto”, che inizia (articolo 1) facendo sapere che il M5S è una “non-associazione” la cui sede “coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it e che lo stesso (articolo 2), in quanto “non-associazione”, non ha una durata prestabilita.

E, tanto per concludere (articolo 6 sempre del cosiddetto non-statuto), si sappia che “non è previsto il versamento di alcuna quota di adesione al Movimento”, ma che “nell’ambito del blog www.beppegrillo.it potranno essere aperte sottoscrizioni su base volontaria per la raccolta di fondi destinati a finanziare singole iniziative o manifestazioni”. L’articolo 5 dell’atto fondativo dell’associazione (vedi sopra) però dice altro, ma è solo questione “di stile” (e di trasparenza).

 


di Gianluca Perricone