Banda della Magliana,   le storie (vere o false)

L'avv. Gianluca Pammolli del Foro di Roma, dietro nostra richiesta, ci racconta alcune novità su Marcello Colafigli, nel passato ritenuto dalle sentenze processuali uno dei membri di spicco del noto gruppo criminale detto Banda della Magliana.

Va detto che tra gli assistiti dell'avvocato spicca anche il nome di Renato Vallanzasca.(...sia lui che il Colafigli sono difesi dal legale pro bono). Dalla Comasina alla Magliana, un pezzo d’Italia che i mass media sia prima sia dopo hanno reso immortale. Oggi e da tantissimi anni, entrambi, pur rimanendo due irriducibili, hanno chiuso i conti con la malavita e con il loro lontano passato criminale. Riservandoci di informarci successivamente su Vallanzasca, abbiamo chiesto al legale romano alcune cose circa la banda, quella vera, quella che si era presa la capitale negli anni del boom della nostra Penisola. L'avvocato però si è stretto in un “no comment” su quasi tutte le domande che gli abbiamo fatto in merito a questo tema rispondendoci che non può parlare di cose processuali ancora in corso e di non sapere nulla di quelle passate. I nomi del gruppo criminale della banda della Magliana ce li hanno fatti conoscere sotto altri pseudonimi di fantasia tramite il cinema, come Libano, Dandy e Freddo.

“Il Bufalo di Romanzo criminale è anch'esso un personaggio di fantasia”, spiega l'avvocato Pammolli, e “non ha niente a che vedere con il mio assistito Marcello Colafigli: tale rappresentazione cinematografica anzi, non ha fatto altro che danneggiare il mio assistito dipingendolo come ciò che lui non era e che sopratutto non è…! Il nome Bufalo se lo sono inventati a livello cinematografico, tramite Romanzo Criminale”. “Ma la realtà storica della Banda della Magliana è ben altra e non ha niente a che vedere con quella del Romanzo, frutto come detto dell’invenzione di scrittori e sceneggiatori. Marcello Colafigli se ha commesso reati li ha fatti sempre e solo per se stesso e ha negato sempre di far parte di qualsivoglia clan malavitoso”, dice il suo legale. In ogni caso ha pagato e sta pagando duramente le sue condanne processuali non avendo mai avuto alcun beneficio di legge”. (…) “Colafigli oggi è una persona matura, conscio dei suoi sbagli passati, ravveduto, che ha fatto oltre 39 anni di duro carcere. I suoi reati gli sono stati accollati dai suoi ex amici complici i quali, quelli vivi, hanno ben pensato di pentirsi e collaborare con la giustizia ricevendo in cambio la scarcerazione e l'impunità per i loro orrendi crimini tra cui molti omicidi. Marcello Colafigli invece non ha mai ammesso niente e non ha mai detto nulla circa il suo passato criminale scontando in silenzio le sue pene e condanne”.

L'ex “bravo ragazzo” ha studiato da geometra, diplomatosi si iscrisse poi alla Università presso la facoltà di architettura. Le cattive compagnie contribuirono a farlo diventare un malavitoso. Alto, robusto, dotato di una forza sovrumana, Colafigli, appariva come una persona che incuteva timore e paura ma in realtà era ed è un “bambinone” anche timido a cui piace molto scherzare e dotato anche di una certa cultura, assente totalmente tra i membri del gruppo malavitoso della Magliana di un tempo. Egli si trova oggi condannato solo per via dei cosiddetti 'pentiti' che lo hanno accusato di molteplici delitti dallo stesso mai ammessi peraltro. Attualmente si trova detenuto nel carcere di Voghera e sta per essere di nuovo trasferito.

Il suo avvocato ci riferisce “di non poter parlare di alcuna vicenda processuale del suo assistito ma precisa di avere in corso delle delicate cause per la rideterminazione della pena dinanzi la Corte Europea di Strasburgo oltre che in Italia”. Circa la banda della Magliana afferma di non saperne nulla se non tramite le carte processuali e le sentenze che riguardano il suo assistito il quale oggi è ormai un uomo pienamente recuperato e ravveduto, che se tornasse indietro non rifarebbe mai niente di ciò che ha fatto. Il Colafigli sembra quindi pronto per tornare libero e dedicarsi al lavoro onesto avendo tagliato ormai da decenni ogni collegamento con il mondo criminale romano e con i suoi ex amici (quelli rimasti vivi, pochi in verità..). Egli non ha più niente da dire, non ha più alcun rancore verso nessuno e tutto ciò che si è scritto e detto su di lui è ormai obsoleto. Lasciamolo quindi tranquillo sperando che possa presto tornare libero da persona onesta e che vuole farsi una famiglia ed essere di esempio ai giovani come persona ravveduta e recuperata alla società dopo quasi 40 anni di duro carcere e conscia che il crimine non paga mai e che chiunque lo persegue finirà solo in due modi: in carcere o all'obitorio.

“Spero che i giudici si decidano a capire che il mio assistito è un uomo diverso rispetto agli anni 70 e 80; egli non è più un malavitoso e si è da tempo ravveduto; Colafigli ora vuole solo farsi una famiglia,vivere libero e onestamente e dedicarsi ai giovani, come esempio di uomo che, venuto da un brutto passato, dopo anni e anni di dura prigionia, ha capito che è meglio vivere poveri ma onesti che ricchi, per poco tempo, e finire i propri giorni in galera o parcheggiato sull'asfalto''..... Con l’augurio che i giudici rendano possibile al Colafigli, che si trova nel carcere di Voghera e che sta per essere trasferito a Novara, di dimostrare il suo cambiamento da criminale a uomo ricreduto e onesto e gli consentano di tornare presto libero nel rispetto della legge.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:20