La voce del popolo è sempre la più forte

È finita esattamente così come avrebbe dovuto iniziare, con la voce del popolo, con il referendum per consentire ai greci di scegliere. Se dal principio la strada del consenso popolare fosse stata adottata da tutti, con tutta probabilità l’euro e il patto di stabilità non sarebbero nati, o sarebbero nati diversamente e forse in modo migliore per l’Europa, tranne che per la Germania….. Aver preferito la via dei trattati imponendo sostanzialmente ai cittadini decisioni che mai sono state spiegate fino in fondo, esaltando solo i lati positivi dell’euro, ma nascondendo i pericoli e i tantissimi coni d’ombra, è stato un errore imperdonabile e costosissimo. Non sappiamo come finirà né quale potrà essere il risultato finale del 5 luglio in Grecia, ma comunque sia e con certezza, avrà un significato escatologico e magari tutto inizierà proprio mentre finisce. Da troppo tempo e in troppe nazioni, infatti, si trascura il volere della gente e si fa finta di non ascoltare le voci della strada, come se il popolo non esistesse o peggio fosse marginale, una ferita alla più elementare legge della democrazia, che non poteva non venire a galla prima o poi. La Grecia in fondo è solo lo specchio di quello che molto più in grande potrà succedere nei paesi più forti, Italia in testa.

Solo l’ipocrisia della politica e l’avidità di potere hanno in questi anni continuato a imbrogliare tutti sulla salvificità della moneta unica, sulla ricchezza che avrebbe generato e sul benessere che avrebbe, ovunque, copiosamente diffuso. Solamente una informazione alienante ha accompagnato questa ipocrisia, sperando di convincere che sarebbe stato così. Purtroppo non era vero e non è vero, l’Europa è nata male, è nata sulle necessità della Germania, sul modello Bundesbank, sui favori ai poteri forti e sui vantaggi enormi che avrebbero potuto trarne con i sacrifici degli altri. Come se non bastasse, tutto si è deciso senza conferme referendarie, nelle stanze dei bottoni, trascurando i cittadini ai quali invece sono stati imposti vincoli, obblighi, costrizioni e quanto altro. Non poteva funzionare e, infatti, non funziona, tranne la Germania, dopo tredici anni di euro e di Europa del Patto, la maggior parte dei paesi sta peggio e soffre di una austerità desolante e pericolosa.

È stata creata la BCE per combattere l’inflazione e ci siamo trovati in deflazione, non gli sono stati dati tutti i poteri di banca di ultima istanza e con la crisi dei subprime c’è voluto il genio di Draghi per aggirare l’ostacolo almeno in parte. Sono stati vietati gli eurobond e senza sovranità monetaria i paesi sono rimasti inermi di fronte alla crisi dei titoli tossici, un’enormità di errori che oggi inesorabilmente arrivano al pettine.

È vero che la Grecia soffre di sbagli passati, di sperperi e dissipazioni, ma è anche vero che pur di farla entrare nell’euro i potenti hanno fatto finta di non vedere, quello che contava era aumentare i soci del club filotedesco, pro-tedesco, arricchisci tedesco. Un patto e una moneta non possono da soli unire economie, tradizioni, capacità, strutture, peculiarità diverse che diverse erano e resteranno, per questo non funziona e non potrà funzionare ne ora ne mai. La Grecia è solo l’inizio di quello che dovrà essere un cambiamento profondo e totale, sia della filosofia dell’euro che del Patto, altrimenti si tornerà ognuno per conto proprio e sarà la gente a determinarlo.

Non basterà lo spauracchio dei mercati, che certo in questi giorni con la speculazione al ribasso faranno festa, inzupperanno il pane nelle discese di Borsa e guadagneranno sulla nostra paura. Non basteranno perché nella storia la volontà della gente ha sempre superato anche i drammi economici peggiori, dalla grande depressione del 1929 a Weimar, all’Argentina e visto che non tutto il male viene per nuocere, in fondo quel che avviene conviene, il referendum in Grecia, vada come vada, sarà il benvenuto. Per quel che ci riguarda poi non ne parliamo, siamo nelle mani di incompetenti, soggetti spavaldi, boriosi e mediocri, che anziché occuparsi di politica e di governo avrebbero dovuto dedicarsi al giardinaggio o al teatro di avanspettacolo, ma anche qui nessuna paura, sono sulla strada di Waterloo, i loro mesi sono contati, andranno a casa e gli italiani sapranno scegliere con chi sostituirli per ricominciare a sperare e a lavorare.

Anche da noi, infatti, da Monti in giù, hanno fatto finta di non ascoltare il grido della gente, hanno massacrato di tasse e obblighi, hanno terrorizzato con Equitalia in barba alle proteste e hanno consentito ai sindaci di continuare a mettere addizionali in cambio di truffe e scandali. Hanno aiutato le banche anziché le famiglie, hanno lasciato che la burocrazia, inutile e dannosa, ci ossessionasse la vita, insomma hanno sprofondato l’Italia per come la vediamo e purtroppo come la viviamo. Per questo noi diciamo che ci salverà la Grecia, perché costituirà un precedente a cui tanti si accoderanno, quello di sentire e rispettare la voce del popolo, del suo fondamentale diritto alla libertà di scegliere e alla democrazia, quella vera!

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:23