Grazie senatore Crimi!

Accidenti a me e quando mi è venuta in mente l’idea di fare una gita in campagna con il mio bambino ed alcuni suoi abituali compagni di gioco. Eppure l’idea era (o almeno mi sembrava) perfetta: partenza di mattina presto, sosta al negozio di alimentari del paese per acquisto di panini e bevande e poi su verso gli sterminati prati. Media altitudine (quindi niente calura estiva), poca gente (la completa libertà di movimento dei piccoli sarebbe stata assicurata), enormi spazi ove sbizzarrirsi in corse, salti, ecc.

E invece, caro senatore Crimi, è avvenuto il peggio: i pargoli hanno avuto la malsana idea di mettersi anche a giocare in terra facendo buche per piantarci poi chissà cosa. A fine giornata, tornati a casa, la tragica, drammatica scoperta: quasi tutti i pargoli, sotto le loro unghiette, avevano dello sporco. Una sciagura, caro Crimi, che ci ha costretto nell’immediato a metterci dei fazzoletti umidi sul viso per salvaguardare (quanto possibile) le vie respiratorie da eventuali attacchi batterici. Non so se mi sono fatto prendere da un panico incontrollato ed incontrollabile ma, nel dubbio, ho chiesto anche l’intervento del nucleo dei Vigili del fuoco specializzato nell’affrontare i disastri chimici e ambientali: lei, caro senatore, mi insegna che è sempre meglio prevenire che curare!

La situazione, piano piano e dopo le prime docce, si è andata stabilizzando fino a quando non sono arrivati dei personaggi vestiti da infermieri che volevano farmi provare una nuova camicia, alla moda e che posseggono in pochi (almeno stando a loro dire...). Messo alle strette, ho iniziato una trattativa e, lei mi scuserà, ho usato il suo nome millantando una nostra antica amicizia. È solo a questo punto che quei personaggi con i camici mi hanno sorriso, accarezzato i capelli e dato un buffetto.

 

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:49