Europa alle corde, Italia antidemocratica

Le scadenze elettorali europee sono queste: il 20 settembre voterà la Grecia, il 4 ottobre il Portogallo, il 25 la Polonia la quale sceglierà in modo ultra conservatore, il 1 novembre la Turchia che si ricordi costituisce la porta d'ingresso delle frontiere a est, e il 20 dicembre la Spagna. Tutte scadenze che cadono nel vuoto europeo in cui la crescita è inesistente e impazza l'immigrazione clandestina e non.

A cominciare dal voto greco che indicherà l'entità del rispetto o meno della ristrutturazione del debito della Grecia stessa, oltre che la partecipazione da parte del Fmi al suo terzo piano di salvataggio, i responsi elettorali tutti chiariranno la qualità del governo o meno dell'intera Eurozona. Si farà cioè l'unione politica europea da cui discende quella economica e bancaria e finanziaria? Esisterà allora come già non esiste adesso quel substrato di fiducia tra europei che è stato causato dalla Germania della Merkel ancora prima che dalla Grecia di Grexit? La Germania continuerà a dettare l'agenda collettiva e a fare sostanzialmente per sè in danno degli altri Paesi europei? La fissità con cui si fanno le pulci in base a regole errate e non stabilite di comune accordo, continuerà a spadroneggiare e a trionfare, imperante? In pratica il governo tedesco dell'Europa disunita continuerà a rimanere staccato e non connesso alla realtà della non crescita, del non investimento e della disoccupazione? Se sì, si rimarrà infatti fuori dalla crescita globale, se al contrario si sosterrà una svolta politica dell'Unione al fine di ricostruirla, se in pratica di tornerà alla democrazia e al suo rispetto, si potrà (potrebbe) dare una certezza nella direzione di un cambiamento di gioco. Si metta nel conto anche che sino ad oggi, con il crollo del prezzo del petrolio e il Quantitative easing fornito dalla Bce, questa Europa ha potuto avvantaggiarsi di condizioni che non sono eterne e che all'orizzonte rimangono i problemi economici, di mancati investimenti e immigratizi che, unitamente alla espressione dei consensi elettorali europei, minano l'esistenza stessa dell'idea di Europa.

Dunque rilancio politico o scomparsa tra "guerre fredde" e soppressione? Anche l'Italia, cui da Napolitano ad oggi non è stato permesso di esprimersi e votare, deve andare al voto democratico, memore del fatto che Renzi, così come Monti e Letta, non l'ha eletto nessuno e che governa indegnamente quanto in maniera incapace il nostro Paese. Renzi, come gli altri due, ha solo approfittato della violazione delle regole democratiche da parte di Napolitano (e probabilmente, nel prossimo futuro, di Mattarella) per soddisfare le sue misere ambizioni gradasse contro e a spese di noi cittadini italiani. Napolitano, Renzi, Monti e Letta se ne sono fregati e se ne fregano tuttora ampiamente degli italiani elettori, e hanno governato e governano perivi di legittimazione. Si rientri presto nell'alveo della nostra democrazia e, insieme agli altri Paesi votanti europei, si esprima e si configuri la nuova identità politica europea.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:25