Cameriere,champagne?

Dopo gli appelli e le interviste super del Corriere della Sera, arriva anche l’Istat a confermare i successi, le vittorie, i decolli e le accelerazioni da formula uno dell’economia nostrana per consentire così a Renzi di godere dei trionfalismi di rito. È molto singolare che tutto ciò avvenga in simultanea, come è altrettanto singolare che stampa e Tv in questi giorni stordiscano gli italiani con mega servizi di apertura sulla ripresa e sul benessere in arrivo.

Va da se, ma questo non tutti lo sanno, che l’interpretazione dei calcoli econometrici sui dati macro, abbia da sempre mille differenti opzioni, così come differenti panieri per estrapolare le cifre, così come tolleranze che possono essere usate verso il più o verso il meno a piacere. Nel nostro caso questa volta l’Istat ha adottato, per così dire, tutto il mestiere e tutta la scaltrezza necessaria, per offrirci in pasto i colori più brillanti possibili del quadro italiano. Volendo crederle non resterebbe altro che stappare bottiglie, brindare, mangiare leccornie, abbandonarci alla movida e sparare fuochi d’artificio per consacrare il primato. Peccato che a guardare bene i conti del Paese e soprattutto quelli delle famiglie e delle aziende, ci si accorga che non è per niente così, a meno che non si voglia trasformare in apoteosi il frutto più rachitico di una serie di circostanze strafavorevoli che non sono dipese dal Governo.

Infatti, il forte deprezzamento dell’euro, il grande abbassamento del costo del petrolio e il massiccio pompaggio di liquidità della Bce, nulla hanno a che vedere con Renzi e con i provvedimenti dell’esecutivo. Inoltre, bisogna tenere presente che nel periodo estivo, storicamente vuoi per l’incremento del turismo, vuoi per le vacanze e per i viaggi, di soldi ne girano sempre di più. Ecco perchè l’analisi trionfalistica somministrata in questi giorni a dosi faraoniche, andrebbe completamente riveduta e corretta in termini purtroppo tutt’altro che positivi. Innanzitutto perché, crescere solamente di pochi decimali di fronte a congiunture tanto straordinarie quanto favorevoli come queste è ridicolo, infatti, i partner europei crescono il doppio se non il triplo di noi, secondariamente, perché il dato più importante, il debito pubblico, continua a salire senza sosta a botte di miliardi di euro. Se poi volessimo divertirci a fare davvero le pulci alla nostra economia troveremmo una spesa pubblica ancora alla ricerca della discesa vera e sostanziosa, una serie di poste di bilancio mantenute ad hoc in opacità, come ad esempio quella dei derivati che pesano in negativo per decine i miliardi e una quantità di costi tutt’ora fuori controllo a partire dall’accoglienza migratoria.

Tutto ciò per non parlare degli sbilanci reali degli enti locali sui quali i riflettori non si accendono mai e sullo stato pessimo del sistema bancario costantemente alle prese con ricapitalizzazioni obbligatorie. Dulcis in fundo, i dati concreti della più diffusa economia reale, famiglie, piccole imprese, autonomi e commercianti, per i quali a ragione le cose non migliorano affatto, tanto è vero che per loro l’indebitamento sale, la crisi di liquidità permane, il contenzioso fiscale aumenta e i rateizzi su tutto si moltiplicano. Del resto, durante l’estate ci è bastato viaggiare dalla Liguria alla Sicilia, intervistando persone, operatori, negozianti, professionisti, per avere la conferma di quanto la situazione economica, fiscale, sociale sia a dir poco esplosiva.

Dunque, di cosa cantar vittoria? Di quali fortune dare conto? Di quali numeri da 110 e lode parlare? Illudere e suggestionare stavolta non funzionerà, la gente ne ha viste e vissute troppe in questi anni per abboccare in silenzio e i conti di casa e della bottega non tornano proprio. Ma pur volendo dare credito agli annunci roboanti di Renzi e per questo metterci a tavola ordinando cibi e pietanze prelibate, delicatezze e pasticcini, concludendo infine per festeggiare con una bottiglia di champagne per vivere l’ebbrezza del momento, il cameriere subito dopo ci porterebbe il conto….salatissimo e statene certi, quello sì da capogiro.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:12