“Ti racconto la politica”

sabato 19 settembre 2015


La democrazia è cosa diversa dall’ipocrisia che se n’è fatta per dare agio ai criminali e vigore agli stupidi. Sul significato, la funzione e l’importanza della politica, si fa molta confusione; c’è gente che si crede forte perché si dichiara apolitica; essa non sa che mentre il suicida si uccide di colpo, l’apolitico si uccide un poco al giorno. Luoghi comuni, fissazioni e slogan hanno sostituito la suggestione all’intelligenza. In tale clima di superficialità, non è possibile concepire azioni efficaci di rivalsa politica popolare.

Ti racconto la politica 6 (Tra tessere false e vere)

Alcune considerazioni del precedente capitolo, indicano in media che in un campione di un milione di cittadini, gli iscritti ai partiti, l’uno per l’altro, siano circa ventimila, compresi i tesserati “a loro insaputa” e i già passati a miglior vita. Chiariremo perché accade ciò ma, stabilito arbitrariamente che si possa fare a meno dell’autografa spontaneità, ecco che elenchi telefonici e lapidi dei cimiteri diventano mezzi molto comodi per fare pacchetti di tessere, ovvero di iscritti.

Tra poche puntate, scopriremo chi sono i cosiddetti “pacchettari”. Conoscere pubblicamente il rapporto tra tessere vere e false è impossibile, ma dal numero di denunce, scandali e anche analisi dirette, si può supporre che nessuna delle due quantità possa vantare un netto distacco sull'altra; nei congressi, i pacchetti di tessere sono determinanti.

Quanto sopra ha molta influenza sull’apparato istituzionale ma, da esterni, è difficile che si possa intuire l’enorme potere dei congressi di partito sulla vita pubblica. I fatti associativi sono il mezzo per intervenire nella politica del Paese; di là di altre divagazioni, si tenga ben presente che i partiti politici sono soltanto dei fatti associativi. Tutti i poteri, finanziari, malavitosi, culturali, industriali, corporativi, popolari, onesti o disonesti che siano, si riuniscono in fatti associativi per intervenire nella vita democratica. Accade però che certi poteri, magari anche cinici, abbiano capito l’utilità di riunirsi in partiti politici; il popolo, invece, afferma che i partiti siano già troppi e non considera che sia praticamente impossibile trovarne uno di vera “proprietà” popolare. In tale distorsione, si formano partiti che si blindano dietro il solito paravento di buonismo estetico, mentre osteggiano ogni incursione dall’esterno.

La gente spesso non lo sa, ma i congressi dei partiti sono il percorso ufficiale e costituzionale di accesso al potere. Il controllo dei congressi è strumento per pilotare il potere politico ed è anche il primo passo per manipolare le votazioni pubbliche. Nei congressi, si eleggono/nominano i dirigenti dei partiti e proprio loro sono i veri Caronte che traghettano ogni disparato proposito nei palazzi dell’Ade, ovvero delle disposizioni pubbliche. È un tema importante che merita approfondimento; riprodurremo una sorta di diretta, descrivendo ogni trucco e dettaglio, della celebrazione tipo di un congresso.


di Giannantonio Spotorno