Senato: Renzi rottama gli italiani

Lo scollamento è totale. Dimostrazione ne sono 1) che gli elettori cioè i cittadini italiani non vanno a votare, cioè l’assenza di voto; 2) il trasformismo per mercimonio dei parlamentari in un Parlamento, quello di oggi, sostanzialmente illegittimo; 3) il voler adesso “riformare” con metodi da vero e proprio regime la Costituzione eliminando del tutto il potere degli elettori di decidere per sé gli eletti al Senato. Il problema non è solo che Matteo Renzi potrà così giocare al ditta torello sulla pelle degli italiani, ma che, illegittimo al governo perché mai eletto, viene tolto ai cittadini il potere di decidere consegnando il Senato, che pagheremo tutto lo stesso come nel caso della falsa eliminazione delle Province, alle Regioni, agli enti cioè più ingoiatori e scialacquatori di denaro pubblico esistenti in Italia. È il totale scollamento della politica dalla società, o meglio l’uso della società per trascinare ancora qualche tempo, che vedrete sarà poco, nel magna-magna di questa politica aliena. Ed è superfluo riferire qui che tutto questo avviene con il consenso di un Pd ex Pci che non ha più niente né di democratico né di razionale o neanche furbo dato che scomparirà.

È superfluo cioè infierire su chi ritiene, perdendo la faccia oltre che funzione e ruolo, ririene di avere messo in tasca così “guadagnato” qualche altro mese di stipendio politico per poi venire presto cacciato in malo modo a casa con ignominia, o prendersela con l’ala di centrodestra degli ex macellai alla Verdini, con l’inutile Alfano destinati ai giardinetti come e più indegnamente di Fini. Qui è necessario dire bene come stanno le cose. E cioè che un parlamento illegittimo per tre quarti con un governo mai eletto Renzi imposto da Napolitano dopo gli altri due Monti e Letta, stanno cambiando la Costituzione, cioè la nostra Carta fondante, obtorto collo e contro gli italiani tutti. Questa è la questione su cui velocemente interrogarsi per fermare la discesa agli inferi del Paese. Cosa rimane del Paese dopo uno tale diluvio di assenza di democrazia? A quale sistema si pensa di ricorrere quando il sistema democratico è stato così bistrattato e, quello sì, rottamato? Come si fa a non accorgersi che la società civile è da un’altra parte? Come si farà a ricostruire da tali macerie targate oggi Renzi & Co?

La popolazione italiana non è “altra”, e non è pazza. E’ piuttosto razionale e ha oggi la necessità di riportare tutto a ragione, razionalità e buon senso. E’ come quando si riordina la casa. Pezzo per pezzo, si ricompone a razionalità il tutto. Gli armadi rimessi ad uno ad uno in ordine, con tempo e lavoro. Qui al contrario di fanno rattoppi chiamati “riforme” che sono peggiori del buco. Invece cioè di riordinare, si prende il cassetto del Senato e lo si aggiunge ai debiti della casa, alle cose che non servono, in pratica si scuote la polvere ma non si pulisce, si aumenta il polverone. E alle Regioni sanno di cosa si parla quando si parla di polverone. Bisogna ricominciare dalla democrazia. Che vuol dire parlamenti e governi legittimamente eletti dagli italiani. Chi verrà investito del potere della rappresentanza tramite il voto, sa quali sono le necessità ed a quelle deve rimanere collegato e rispondere. Dunque riduzione della tassazione e contemporanea revisione della spesa pubblica. Spingere su investimenti, produzione, che vuole dire fabbriche, capannoni, imprese private in cui si produce qualcosa. Dismissione delle pubbliche, o meglio conversione nel privato Si guardi al servizio consegna pacchi delle poste pubbliche che non funziona e dove si fregano persino la roba consegnata, ed i servizi di consegna privata, efficienti, precisi, funzionanti e pure meno cari. Privatizzare, fare funzionare le imprese pubbliche convertendole nel mercato, globale. Partiti politici, sindacati non devono rimanere isole che nessuna trasparenza e chiarezza può contrastare nella loro malmostosità e sostanziale ruberia a ridosso degli italiani, ma entità democratiche in grado di funzionare economicamente, in autonomia, devono cioè essere riportate a buon senso, razionalità e ragione. Politica e attività sindacale non devono essere per niente impermeabili ai principi del nostro sistema. Si deve potere raggiungere l’ obiettivo del rispetto del sistema rendendole autonome, facendole camminare economicamente da sole, a prescindere e senza alcuna forma di finanziamento pubblico. Bisogna togliere, sopprimere l’erogazione dei contributi pubblici ai partiti ed ai sindacati, ma sul serio, senza finzioni, non come si è fatto finora che si è posticipata l’assenza dei contributi pubblici per quelli a venire intascando a iosa per sé oggi, sul momento, e sull’unghia.

Gli italiani si sono ampiamente già espressi significativamente con referendum in tale senso e la nostra volontà è stata ed è tuttora inescusabilmente, scandalosamente rimasta ignorata, o meglio raggirata, bypassata. Basta con la scandalosa politica del “rimborso” pari a dieci volte la spesa, e basta anche con il finanziamento privato quale criterio di misura cui proporzionare il contributo statale. I partiti devono essere espressione di rapporti sociali ispirati sì all’interesse generale ma rispondenti a logiche effettive e valide di mercato. È necessario viga la responsabilità dei partiti e dei movimenti, tanto quanto quella diretta degli iscritti. Ci vuole la responsabilità di chi gestisce in nome e per conto di tutti gli altri. Bisogna liberalizzare i servizi, politici, sindacali e così via dicendo. Sono i diritti dei cittadini a dovere essere tutelati, non come oggi le storture, gli infingimenti, le prerogative e gli abusi dei partiti e dei sindacati. Contro gli italiani.

Quanto estorto dai partiti, come oggi fa Renzi con il suo governo illegittimo, è costituzionalmente illegittimo perché fatto in violazione dei diritti della persona, precisamente degli italiani, in quanto non disponibili dalla maggioranza di essi. Il Parlamento non può assumere regolamentazioni costituzionalmente illegittime. Il Parlamento deve essere e funzionare nella legittimità. Bisogna sì cambiare la struttura bicamerale che non funziona perché sostanzialmente non può funzionare, ma non senza gli italiani ed a colpi di blitz e colpi di Stato come quelli di Napolitano. Gli italiani devono esserci, partecipare, volere, potere, ancor più alla luce del fatto che oggi ogni accadimento e fatto economico è demandato a fonti sovranazionali quali quelle europee, ed internazionali. È insostenibile la presenza nel sistema di questo esorbitante numero di dipendenti e impiegati pubblici politici o amministrativi in generale, al parlamento come alle province ed alle regioni, negli enti pubblici. Non servono. Oggi la realtà dei partiti consiste nella loro questione economica, incentrata cioè sulla divisione tra sé e distribuzione dei contributi statali. Anche le fondazioni, sempre nuove ed in aumento nel numero, non sono altro che estensioni o collusioni dei partiti, strumenti per catalizzare ed arraffare soldi pubblici per poi distribuirli fuori da ogni controllo e razionale logica di vera efficienza ed utilità di mercato. Soldi pubblici a valanga dissipati e sprecati dalla politica, oggi di Renzi, ieri degli altri.

Razionalità economica ispirata ai principi del nostro sistema, questo bisogna fare per riordinare il sistema politico, così come quello sindacale ed ogni altro ente, settore ed anfratto pubblico italiano. La ragionevolezza è radicata nella nostra realtà sociale ed economica, nel concreto dei nostri rapporti. Quelli degli italiani. Quegli stessi da cui partiti politici, sindacati, pubblica amministrazione in genere sono oggi distanti anni luce.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:21