Un aforisma, un commento

“Per molti esseri umani il termine libertà indica il diritto di pensare e agire esattamente come tutti gli altri”.

Chiamatela “omologazione” oppure, come ha fatto David Riesman, “eterodirezione” ma, di fatto, è incontestabile che gli uomini amano sentirsi parte dei vari mainstream che sussistono in ogni società e in ogni epoca. Il sociologo Gabriel Tarde, all’inizio del secolo scorso, arrivava a sostenere che l’imitazione è la più genuina attitudine dell’uomo fino a definire la società stessa come il prodotto di questa propensione naturale.

Da un lato c’è da osservare che, già sotto il profilo statistico, la cosa non può stupire poiché se vi sono, poniamo, cinque alternative, è ovvio che le scelte dei membri di una società si distribuiranno fra queste, generalmente eleggendone massicciamente una e, a scalare, le altre. In altre parole, spesso non si tratta di imitazione ma, semplicemente, di scelte più o meno razionali convergenti. Né sarebbe auspicabile una situazione di totale individualizzazione per la quale, su ogni cosa, vi fossero milioni di punti di vista radicalmente diversi, fra loro incomunicabili come monadi. D’altro canto, in moltissime circostanze l’imitazione agisce effettivamente come paradossale libera e deliberata scelta in vari campi. Le mode sono, ovviamente, il monumento a questa tendenza.

Nel seguire una moda, in fatto di acquisti ma anche in fatto di idee, opinioni e persino di gusti, l’uomo si sente simultaneamente individuo, irripetibile e protagonista, ma anche membro accettato di un gruppo sociale nel quale e dal quale si sente rassicurato. L’imitazione, inoltre, consente in molti casi di evitare lo sforzo di cercare soluzioni originali mentre, in altri, è indotta dalla pressione esercitata dai modelli di pensiero o di comportamento maggioritari, dai mass media o da influenti opinion leaders.

L’antico adagio ciceroniano “tot capita tot sententiae” è dunque vero solo potenzialmente e, in termini effettivi, solo raramente. Innovare, tentare vie nuove è indispensabile per procedere in ogni ambito perché, se ognuno si limitasse a seguire le orme dell’altro, tutto resterebbe fermo. Tuttavia è difficile e richiede non solo creatività ma anche coraggio, mentre omologarsi quasi sempre costa poco, ti fa sentire “apposto” e talvolta, come accade in politica, può anche essere vantaggioso. Peccato che, in questo modo, la libertà venga ridotta ad una sorta di autorizzazione ad imitare mentre essa, come aveva riconosciuto persino Raya Dunayevskaya, la segretaria di Trotsky, è essenzialmente libertà di essere diversi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32