Mondadori/Rcs: abolire Franceschini

Dario Franceschini si è lamentato ed è corso a gridare astrusamente contro l’accordo di fusione Mondadori/Rcs. Vivendo fuori dal mercato sa bene, come tutti i parassiti, che se si afferma il mercato, lui è tagliato fuori. Perché il mercato vuole dire produttività mentre la spartizione di brandelli della cosa pubblica, orrendamente gestita dalla sinistra che l’ha in pratica rubata, è cosa totalmente improduttiva ed incapace di per sé di produrre alcunché.

Franceschini, come Marino, così come Renzi e tutta la sinistra oggi incapace al potere rubato con l’imbroglio di Napolitano, ha arraffato la cosa pubblica, cioè i nostri soldi, chi al ministero, chi al comune, e chi al governo e lo depreda e dissipa per se, amici e parenti, tutti rigorosamente di sinistra. Cosa c’entra l’ingerenza di un ministro di governo, peraltro illegittimo, nell’affaire economico Mondadori/Rcs? Niente, è un abuso di potere, lo sconfinamento illegittimo da parte di un governo, mai eletto, in affari “altri” che non lo riguardano, né lo devono riguardare. Tutto quello che sortisce lo sbraitare di un Franceschini mai eletto è segnalare all’Antitrust un rischio, il quale porterà nelle tasche dei raccomandati dell’antitrust medesimo qualche soldo della Mondadori, argent de poche per pagare i dipendenti pubblici raccomandati dell’antitrust, totalmente inutili. Attaccati ai nostri soldi, ai soldi degli italiani tassati e tartassati per i comodi della sinistra, si vedano le cene di Marino, o i viaggi in Sicilia in vacanza di Alfano, o della Pinotti o di Renzi, la sinistra di Napolitano si guarda bene dall’eliminare sprechi e tantomeno privilegi, vuole mantenere tutto come è, e cioè inefficiente e non funzionante per l’Italia, non ovviamente per le loro tasche e lustro degli stupidi.

La sinistra si guarda bene dall’avviare una qualsivoglia spending review, e si guarda anche bene dal privatizzare gli enti pubblici inutili, poltronifici in cui essa immette i suoi, trombati politici ed altro. Nulla è cambiato, se non peggiorato, da quando, dal 2011 sono stati imposti agli italiani da Napolitano i tre governi non eletti Monti, Letta e Renzi. È la lotta dei parassiti dello Stato contro chi tenta ancora di produrre qualcosa in Italia. Il futuro sarà necessariamente differente. Si devono aprire fabbriche, imprese, luoghi atti alla produzione vera, al libero mercato. Si deve osannare ed andare incontro, facilitandola, all’impresa privata, e chiudere, estinguere, convertire quella pubblica che pressoché tutta non serve e come il piombo rallenta il processo cui siamo destinati economicamente, fa danno viziando il mercato, quello vero. Non spartizione di soldi pubblici, ma creazione di soldi privati, veri. E il partito comunista, oggi Pd, restituisca agli italiani ciò che è degli italiani, e cioè il ricco patrimonio immobiliare comunista, di cui il tesoriere Sposetti conosce benissimo le coordinate, possibilmente zittendo D’Alema che, senza faccia e senza vergogna, dal podere di campagna dopo la barca, addirittura fa la reprimenda agli italiani onesti, cioè quelli non come lui, dicendo che l’invasione di migranti su cui la sua sinistra di Renzi ed Alfano specula e si arricchisce alle nostre spalle, ci pagherebbe le pensioni. I migranti sono disperati che cercano da mangiare prima ancora che lavoro in Italia dove, peraltro, in questo momento non esiste (tranne che per Agnese, finalmente assunta a due passi da casa quale dipendente pubblica a vita, cioè sul nostro groppone) , altro che pagare le pensioni. Chi dei disperati migranti dovesse trovare mai un lavoro qui da noi, cumulerà denari per partirsene appena potrà, non certo per godersi la pensione in Italia o contribuendo per tutti gli altri. Vergogna a questa sinistra ladra ed ipocrita, dei vitalizi a Veltroni e a Vendola, dei mega stipendi ai rappresentanti dei sindacati che non hanno mai lavorato ma si fanno pagare soldoni dai lavoratori veri. Via.

È tempo di passare oltre questi loschi figuri a ridosso dei soldi degli italiani. Le borse hanno esultato dopo la fusione Mondadori/Rcs producendo soldi e ricchezza, i titoli sono saliti che significa benessere per tutti, soldi nel mercato mentre il comunista Franceschini ringhia dietro pro domo sua, e Marino mangia e si riempie la panza incurante dello sbracamento e dello schifo di Roma, incapace, e la capitale in balìa del nulla, tetra terra di nessuno. Invoca l’inquisizione dell’antitrust Franceschini, tutti pagati da noi, dallo Stato, tutti immessi con “concorsi” truccati. E Bersani parla di Renzi, accusandolo di “valori del Pd sviliti da trasformismi e giochi di potere”. E se Bersani tornasse alla pompa di benzina da dove proviene? Sarebbe più utile. Se ancora ce lo rivogliono. E anche Renzi, torni ai maneggi del padre oggi protetto e “coperto” da Cantone e magistrati di sinistra conniventi. E Gentiloni, altro ministro prodotto dell’imbroglio di Napolitano, che dalla Farnesina nega di avere versato di nascosto degli italiani 11 milioni di dollari sui quali, una cosa è certa, c’è stato un processo perché uno dei ricettori se ne è fregati cinque? Ecco, tutti questi, Gentiloni, Marino, Mogherini, Renzi, Franceschini del Pd, ex Ds, ex Margherita, ex insomma Pci, al governo non eletto dagli italiani, prima se ne vanno a casa, meglio è per l’Italia.

Altro che rischi per il mercato dei libri, o la Llera “infuriata e persa” perché secoli fa l’ha data a un vecchio rintronato ed ancora adesso ce la mena a tutti noi italiani da comunistella straniera resa ricca dal sinistrorso frullato, altro che valuterà l’antitrust dei raccomandati sinistri, qui è necessario liberare il campo per fare posto al mercato. “Preoccupati” devono essere gli italiani perché togliersi tutti questi parassiti di torno non sarà facile. Il voto elettorale è un modo sicuro. Investiamo sul futuro del nostro Paese, leviamoceli di torno, mandiamo a casa i mai eletti, costringiamo Mattarella a farci andare ad elezioni, al voto. Come in economia si uniscono le forze per stare sul mercato globale e fronteggiarlo, vincendo, gli italiani uniscano le forze e si sbarazzino dei parassiti della cosa pubblica. Bisogna andare avanti. Napolitano, Monti, Letta e Renzi hanno tenuto per troppo tempo bloccato il Paese e le sue energie. Liberiamoci.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32