“Ti racconto la politica”

sabato 10 ottobre 2015


La democrazia si è dimostrata negativamente diversa da come era stata immaginata; non è amministrata a favore del popolo e sarà così finché tanti cittadini useranno l’emotività e la suggestione al posto dell’intelligenza. “Eccitarsi” per la democrazia e intenderla come un fatto dovuto, è stato facile, ma essa è oggi subdola espressione della dittatura. La sua prepotenza è ramificata e recluta un popolo tra il popolo che tradisce il popolo. Una società impreparata non può avere la democrazia vera; ne è prova il fatto che questa dittatura che si fa chiamare democrazia ha sistematicamente eroso la scuola e l’informazione.

Ti racconto la politica 8 (Territorio e nani di periferia)

A suo tempo, la cultura e la fede politica liberale, socialista, democristiana, missina, comunista o altro che fossero, generavano forme spontanee di aggregazione tra cittadini, dette partiti politici, che si organizzavano per portare le istanze popolari nelle istituzioni parlamentari. Dette aggregazioni sono ancora lo strumento legittimo per accedere al potere delle istituzioni, ma hanno tradito la loro funzione rappresentativa del popolo.

Insomma, il partito politico preserva con impegno la funzione di accesso al potere, ma devia l’attenzione dagli interessi popolari. Quanto sopra lascia capire che il controllo di un partito apra la strada al controllo di molti poteri. Giacché i congressi dei partiti determinano il comando dei partiti stessi, esistono mille trucchi e veleni per pilotarli. Ricordate i livelli territoriali “disegnati” nello schema del primo capitolo? Sezioni, cellule, coordinamenti, club o altro, ogni partito li chiama a modo suo; noi, per semplicità e per non confonderci con nessuno, li chiameremo “ripartizioni”. La gestione di un congresso è un’attività perversa, controllata nei minimi particolari, che parte proprio dalle ripartizioni territoriali. Come affermato, nessuna democrazia può sopprimere l’istituto del voto, dunque, una democrazia falsa vuole controllarlo; le occasioni di voto più importanti sono le elezioni pubbliche e i congressi. Partiti e istituzioni vanno in parallelo; ricordate? Ogni livello territoriale delle istituzioni (Comune, Comune capoluogo, Provincia, Regione, Stato), ha una corrispondente ripartizione territoriale di questo e quel partito. Nelle ripartizioni, ogni partito fa riferimento a pochi signorotti che potremmo anche chiamare “nani di periferia”. Nessun partito è così partecipato da avere una ripartizione in ogni piccolo comune, dunque, può accadere che un nano di periferia rappresenti il suo partito anche in più paesi limitrofi. Detti signorotti sono il primo anello della catena di quel popolo che tradisce il popolo. Sono piccoli prepotenti locali attorniati da individui pronti a vendere la loro madre per ricevere qualsiasi protezione o per diventare signorotti a loro volta; essi rappresentato i livelli più bassi e squallidi della terza linea che nello schema abbiamo chiamato “Sottobosco”. La descrizione della “territorialità” dei partiti è solo iniziata.


di Giannantonio Spotorno