Guerra di ragionieri

L’Europa è minacciata, resa imbelle, condannata alla marginalità, incapace di fornire una risposta adeguata sul fronte della lotta al terrore. Starete pensando che questa è la scoperta dell’acqua calda visti i fatti di cronaca che entrano prepotentemente nelle nostre case con ogni mezzo di comunicazione. In realtà non ci riferiamo all’Isis, ma agli “Europirla” che non perdono occasione per ingessare la politica e coprirsi di ridicolo facendo stucchevole burocrazia anche in frangenti drammatici come quello che stiamo vivendo.

Prova ne sia l’imbarazzante dibattito che è montato intorno alle parole di Hollande il quale, dopo gli attentati di Parigi, aveva dichiarato guerra ai terroristi richiamandosi, tra l’altro, all’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona che recita: “Qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata sul suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”. Apriti cielo, di lì in poi nulla è stato più come prima, è stato tutto un fiorire di azzeccagarbugli pronti a domandarsi come mai non fosse stato attivato l’articolo 222 del Trattato di Funzionamento dell’Unione europea, bensì il fatidico 47.2 che evoca il 51 delle Nazioni Unite la cui menzione, scandalo tra gli scandali, conferirebbe all’Isis dignità di Stato.

In pratica la tesi europirla è la seguente: essendo quelle norme riferite ad attacchi mossi ad opera di entità statali ostili, in tal modo si rischia di legittimare il Daesh come Stato. Ma, quand’anche questo gravissimo problema fosse superabile, non è detto che le norme in questione consentano una interpretazione così estensiva da permettere all’Europa di creare una coalizione che vada a fare guerra all’estero. Per fortuna, dopo lunghe discussioni, ecco apparire l’oracolo Federica Mogherini (abbiamo le prove che esista) ad illuminare il Vecchio Continente con l’interpretazione pro veritate dei Sacri Testi burocratici e con il via libera ad Hollande: “La Francia ha chiesto aiuto e l’Europa Unita risponde sì”. Resta solo da capire come verrà interpretato questo generico aiuto visto che il redivivo oracolo di Bruxelles ci ha tenuto a precisare che il citato articolo “evoca solamente assistenza bilaterale tra gli Stati e non una missione di difesa comune”. Quindi la Francia dovrà iniziare una serie di estenuanti incontri con ogni singolo Stato dell’Unione per capire se riceverà aiuto o una più generica dichiarazione di intenti piuttosto che qualche solidale pacca sulla spalla o poco più.

Quelli dell’Isis staranno ridendo a crepapelle nel vedere questi buffi occidentali che si accapigliano sui codicilli nonostante abbiano il nemico in casa pronto ad accopparli. E si interrogheranno anche sulla bulimia di norme che questi strani occidentali sono sempre pronti a produrre, discutere, interpretare e proveranno a capire anche come mai, nonostante cotanto legiferare, nulla funzioni e tutto resti incagliato su clausolette e postille. Si sentiranno anche un popolo evoluto e fiero del fatto che, mentre l’Occidente è ingolfato di norme e burocrazia, loro, campioni di semplificazione, hanno solo un codice a normare ogni cosa: la Sharia. E ci prenderanno per pazzi nel vedere che da questa parte del Mediterraneo si disserta amabilmente sul nulla e cioè se riconoscere o no al Daesh il rango di Stato cui muovere guerra invece di rispondere prontamente al fuoco.

Ma proprio quando uno pensa di essersi coperto sufficientemente di ridicolo, ecco giungere nel dibattito “europirlotto” un altro tema meritevole di profonda compassione: le spese per sicurezza andranno o no ricomprese nel calcolo del rapporto deficit/Pil? Eccoci qua, invece di essere protagonisti della politica internazionale (e di difenderci) ci siamo ridotti a fare i ragionierini del catasto preoccupandoci dei nostri conticini mentre ad un palmo dal nostro naso si scatena l’inferno. Tra poco ci saranno le guerre a fini fiscali e ci chiederemo se quella bomba o quel tale missile si potrà scaricare tra i “costi per sicurezza” oppure no.

Siamo ad un passo dal domandarci se le trasferte per andare a trovare Hollande vadano nel computo del deficit così come siamo vicinissimi alla follia di studiare una furbata per inserire nei costi extra qualche spesa clientelare o qualche acquisto a capocchia. Potenza della follia burocratica, baby. Il Medio Oriente si infiamma ed i ragionierini fanno la guerra col fiscalista al seguito per capire se c’è un modo per scaricarsi le spese e per fottere gli auditor economici europei. Tutto ciò è veramente penoso. Gli estremisti si risparmino la fatica: qui in Europa ad annientarci ci pensiamo da soli.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:47