Del Debbio, convertita   e il preside di Rozzano

C’è anche il tempo della riconciliazione, persino con l’inconciliabile, quell’immaginario, forse di matrice freudiana, che identifico nei talk-show, su cui riverso, devo ammetterlo, quell’eccesso di rimostranze frutto per lo più di antiche rimozioni e di attuale impotenza. Ma almeno lo ammetto.

La riconciliazione col talk - temo di breve durata - è accaduta l’altra sera seguendo un Del Debbio che sarà pure il miglior fico del bigoncio berlusconian-sindacale - per Milano ovviamente - ma, adesso e per allora, lo è, forse ancor più apprezzabile, mediaticamente, come l’altra sera nella conduzione del suo programma: “Quinta Colonna”. Una trasmissione ben seguita su Rete 4, accusata da taluni di propaganda di destra (vero, e allora? Perché i dirimpettai ideologici che fanno? Leggono salmi evangelici?). C’era di mezzo (sai che novità) il dopo-Bataclan, il conflitto interreligioso e/o di civiltà, l’aereo russo abbattuto stoltamente dai turchi, la situazione in Belgio, il salto di qualità del terrorismo dell’Isis e la necessità di intervenire con Matteo Renzi che nicchia, ecc.. Ma il clou della trasmissione era la presenza di una signora italiana convertita all’Islam, segnalato anche da un elegante velo che le contornava il viso e, per finire, la storia di Marco Parma, preside dell’Istituto Garofani di Rozzano, grosso e ricco comune dell’area metropolitana milanese, che ha negato il Presepe nella sua scuola in nome del multiculturalismo e dei tanti bambini a Rozzano di diverse religioni, praticamente musulmani.

La tesi della convertita, sollecitata da Paolo Del Debbio in merito alla questione del terrorismo islamico, ha estratto dal consueto bagaglio di slogan le primarie responsabilità dell’Occidente, dell’America e pure dell’Europa nei confronti del mondo arabo; dalla colonizzazione alle guerre recenti. Incalzata da un conduttore dal tono sornione ma attento, in grado dunque di carpire il vero “credo” della convertita a proposito della questione. E cosa è venuto fuori? Un antisemitismo della peggiore specie, arrivando a paragonare l’Olocausto nazista contro l’intero popolo ebraico con l’Olocausto che Israele applica sistematicamente ai palestinesi. Ha detto proprio così: Olocausto. Una mostruosità propagandistica respinta innanzitutto dagli intercalari, calmi ma fermi di un conduttore che sa di quel che parla: non alla pancia dello gente, ma all’intelligenza storica collettiva. Naturalmente, le repliche piccate dei presenti hanno in un certo qual modo fatto fare una piccola marcia indietro alla imbarazzata convertita che è, come spesso accade, se possibile più fanatica degli integralisti. Contigui all’Isis, o no?

Ma anche da parte di quelli del Movimento Cinque Stelle l’antisemitismo è di casa. Peccato che non fossero a disposizione del programma di Del Debbio, loro così sempre più assatanati di presenzialismo televisivo spinti dai sondaggi che li darebbero vincenti ai ballottaggi. Uno di loro, Manlio Di Stefano, ha parlato di “genocidio di Israele contro i Palestinesi” e di fenomeno Isis che comunque “va approfondito con calma e con rispetto”, anche per via della presenza in Medio Oriente delle “bestialità del governo di Israele contro il popolo palestinese da annientare militarmente grazie anche alla protezione degli ebrei nel mondo”. C’è una certa eco dello stadio pieno di svastiche di Norimberga quando parlava Goebbels, non vi pare?

Poi c’è il preside che non vuole il Natale nella sua scuola di Rozzano. Ha proibito il Presepe e la celebrazione della nascita di Gesù, meglio canzonette varie e marionette, chissà. Il multiculturalismo e il politically correct hanno colpito ancora. Con una scusa tanto ridicola quanto antistorica che spiega l’indebolirsi della nostra identità, l’affievolirsi delle nostre radici. Capite? E per di più da un preside? Vietato il Natale cristiano in una scuola milanese, italiana, non araba, non musulmana o indù. Verboten Gesù Bambino, per la presenza in quella scuola di bambini di tante altre religioni, e per rispettare il loro credo e le loro tradizioni. Il bello è che molti genitori e bambini non cattolici della scuola di Rozzano hanno comunque chiarito che a loro, il Natale e il Presepe, non dà alcun fastidio, anzi. Lo dà invece al preside che, non a caso, è stato appoggiato anni fa dai grillini, a quell’epoca ancora allo stato nascente. Ma già sulla cattiva strada.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:21