“Ti racconto la politica”

sabato 9 gennaio 2016


Vedi tu! (cap. 19)

Il precedente n.18 “I pacchettari”, non è esaurito; lo riprenderemo alla prossima puntata. Nel preparare questo primo capitolo del 2016, vengono spontanee alcune riflessioni. Esprimo riconoscenza per il grande numero di visualizzazioni, “Mi piace”, “Share” e divulgazioni in genere, che ricevono le puntate di questo corso. Giacché si alternano capitoli d’analisi a capitoli prettamente tecnici, può accadere che l’analisi predisponga a una lettura più spontanea, però anche la descrizione tecnica dei particolari di meccanismi sconosciuti, aiuta a capire il funzionamento dell’insieme. La conoscenza vuole sacrificio ma, vivere senza, espone al calvario della superficialità. Non è detto, caro lettore, che le parole che seguono ti riguardino direttamente; deciderai da solo se avranno a che fare con te oppure no.

Sono parole che, in tema di politica, riguardano una grossa parte del popolo che vive fuori del palazzo del potere e può statisticamente accadere che nella citata “grossa parte” ci sia anche tu; in tal caso, potresti avere qualche colpa. La gente italiana è trattata male. È umiliata, sfruttata, vessata e offesa da truffatori talvolta protetti dalle stesse strutture dello Stato, quando non ne fanno addirittura parte. So che su questo punto siamo d’accordo, ma ora cerchiamo di capire se anche tu, quale normale cittadino, non abbia un po’ di colpa. Potremmo percorrere un’analisi storica, ma qualora fossi tra coloro che non amano leggere né ascoltare, scelgo di rimanere nel contemporaneo per non stizzire la tua noia. Dicevamo che sono le stesse strutture pubbliche a maltrattare la gente italiana; talvolta direttamente e talvolta avallando comportamenti truffaldini di forti organizzazioni di vario tipo, come per esempio quelle di gestione di servizi, assistenziali, commerciali, finanziarie e molte altre.

Sono insomma tanti i frequentatori del famigerato palazzo che portano la macchia di maltrattatori del popolo, però allo stesso popolo si può porre una domanda. Cosa sai fare, caro popolo, per opporti alla criminale vessazione che ti opprime? E giacché, caro lettore, il quesito riguarda ogni normale cittadino che non frequenti quel palazzo, chiedo la stessa cosa anche a te. No, per cortesia, non cominciamo con le solite idee sconclusionate dei visionari e con l’inutile chiasso con cui le circondano! La superficialità politica popolare ci sta ammazzando e se nel futuro non c’è scritto che potremo vivere anche senza la competenza, allora ci stiamo uccidendo senza capire che ci stiamo uccidendo.

“Can che abbaia non morde”, dice l’adagio e non capendo neppure questo, molti credono di combattere le vessazioni politiche, abbaiando alla luna. Come ipnotizzato dalle sceneggiate, il popolo ha permesso all'emotività di battere la ragione e soddisfatto dalla coreografia politica del nulla, si comporta come un medico che affronta Ebola con la Tachipirina. Confondendo lo sfogo con la strategia, il nostro dissenso popolare ha saputo rendersi ridicolo. Non sarebbe il caso di capirlo e invertire marcia? Naturalmente, buon anno!


di Giannantonio Spotorno