L’assenteismo inutile e masochista

La prima e più importante battaglia che, per convinzione e senso civico, ci impegniamo a combattere nel 2016, a partire dalle prossime amministrative, è quella contro l’astensionismo. Il fenomeno del non voto è non solo il peggior nemico della democrazia, ma un male che compiuto da una parte finisce per colpire a morte anche l’altra. La colpisce perché la obbliga a subire governi di minoranza relativa rispetto al potenziale elettorale, perché offre al Paese risultati comunque barzotti e infine, perché determina una realtà parlamentare bugiarda e falsata per questo dalle correzioni di leggi elettorali sempre più ad hoc.

L’astensionismo è la più sciocca e inutile delle risposte alle incapacità della politica e dei politici, non cambia nulla, è un segno di resa incondizionata, un semaforo verde proprio a chi ha generato la rabbia e l’indignazione che conducono e inducono al non voto. In Italia questa pessima abitudine ha raggiunto livelli inaccettabili, oramai siamo giunti ad una percentuale stabilmente vicina o superiore al 40 per cento e, francamente, è arrivato il momento di avviare una campagna a tutto tondo per sconfiggerla e per riportare gli italiani ad esprimersi e partecipare. Sorprende che, nei tanti discorsi augurali fatti dai più alti livelli istituzionali, non una parola sia stata spesa per stimolare gli italiani ad una rinnovata partecipazione, quale segnale di democrazia e di appartenenza.

Una moral suasion in questo senso del Presidente della Repubblica Mattarella sarebbe stata opportuna e necessaria. Oltretutto, in Italia, il fenomeno del non voto non sottintende la mancanza di giudizio, di critica o di opinione; basta, infatti, girare nel Paese per ascoltare ovunque imprecazioni, malumori, dissensi o consensi verso questo oppure quello schieramento politico. La gente nei bar, nei ristoranti, nei supermercati, nelle edicole o alle fermate degli autobus, parla, apprezza o disprezza l’operato della politica e dei politici, come degli amministratori, dei responsabili delle attività pubbliche; dunque un’idea ce l’ha e la manifesta. Bisogna convincere questa gente a esprimere quell’idea, quella volontà, con il voto e con la partecipazione elettorale più ampia possibile.

Per questo ci impegniamo ad uno sforzo civile di sensibilizzazione sull’importanza del voto, qualunque esso sia, perché solo con una grande partecipazione popolare alle elezioni l’Italia potrà cambiare ed esprimere maggioranze inattaccabili da qualsiasi legge elettorale. È necessario che i mezzi di informazione, gli intellettuali e gli stessi politici - che per primi dovrebbero sentire il dovere civico e costituzionale di questa causa - si impegnino a spingere la gente al voto, quale unico e fondamentale strumento di presenza tangibile alle scelte e agli indirizzi di un’ Italia più democratica, liberale e partecipata possibile. Con il voto e solo con il voto si può cambiare, determinare e orientare il Paese secondo i nostri desideri e i nostri convincimenti, si possono premiare o punire governi e maggioranze e dare un senso ai nostri giudizi e alla sovranità popolare.

Per tale ragione avviare un’iniziativa di moral suasion e di educazione civica a favore della partecipazione elettorale contro l’astensionismo è doveroso e indifferibile per ognuno di noi. Per questo ci auspichiamo l’adesione più grande possibile all’iniziativa che proponiamo convinti che solo una partecipazione alta e rinnovata dei cittadini al voto potrà modificare davvero il futuro del Paese.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:48