Il carattere della libertà

Per iniziativa dell’Istituto Bruno Leoni e a cura meritoria del suo vicedirettore Serena Sileoni è appena uscito il libro che contiene i saggi in onore di Aldo Canovari, intitolato “Il carattere della libertà” (Ibl Libri, Torino, 2016, pagine 183, 16 euro).

Questo bellissimo titolo evoca due aspetti fondamentali del libro: la natura della libertà e l’indole della persona a cui gli scritti tributano omaggio. Il libro, che celebra i trent’anni della casa editrice Liberilibri, della quale Canovari è stato l’inesausto animatore, è redatto da autori che hanno pubblicato nelle collane dell’editore e da estimatori della sua opera editoriale. A garanzia dell’autorevolezza e qualità dei variegati saggi, tutti ruotanti sulla libertà dei liberali, bastano i nomi degli autori: Albert J. Nock, Giuliano Ferrara, Florindo Rubbettino, Pierluigi Battista, Antonio Martino, Giancristiano Desiderio, Guido Vitiello, Alberto Mingardi, Carlo Lottieri, Raimondo Cubeddu, Serena Sileoni, Adelino Zanini, Quirino Principe, Luigi Marco Bassani, Manuel Orazi, Armando Massarenti, Giovanni Orsina.

La libertà ha un carattere. È fatta in un certo modo. Troppi chiamano libertà una cosa diversa, che neppure somiglia ad essa, talvolta. In Italia i suoi connotati, a partire dalla Costituzione che dovrebbe preservarla, sono deformati dalle leggi e dalla politica. Essa non ci protegge, come farebbe se fosse piena e rispettata. Insomma il bel carattere della libertà è trasformato in brutto carattere, insopportabile. Hanno cambiato la sua fisionomia i nemici aperti e gl’ignoranti nascosti. Il fatto è che la libertà o viene praticata o viene insegnata. Meglio tutt’e due. Il dramma italiano è che viene poco praticata e punto insegnata. E qui si torna al carattere, perché mantenersi liberi e liberali è un’impresa; insegnare la libertà, un’impresa ancora più difficile. Il carattere personale ha salvato Canovari dallo scivolare nell’editoria facile e corriva, e gli ha consentito di assecondare la vocazione a farsi evangelizzatore di libertà. Una vocazione che, editorialmente parlando, implica il rischio del martirio. Il carattere dell’editore collima con il carattere della libertà, per fortuna dei lettori, che nei libri pubblicati da Canovari, alcuni inediti in Italia, apprendono la lezione di quel liberalismo né travisato né adattato del quale gl’Italiani hanno estremo bisogno per risollevarsi politicamente, economicamente, civilmente. Il catalogo di Liberilibri è un monumento culturale alla “libertà dei liberali”, ma anche, più prosaicamente, una ben fornita cassetta degli attrezzi per riparare i guasti del sistema italiano, dall’economia alla giustizia.

Sileoni nella prefazione scrive tra l’altro che l’omaggio a Canovari è dovuto anche per ringraziarlo “di ciò che ha insegnato senza la pretesa di fare scuola.” In realtà, inculcando il pensiero liberale dalla cattedra dei libri, Canovari ha tenuto spalancata la scuola della libertà, per modo che i discenti possano continuare ad entrarvi per imparare.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:08