La truffa Primarie   (e no alle “Ultimarie”)

Sissignori. Le cosiddette primarie del Partito Democratico (o Partito della Nazione) sono una truffa ed anche un avvertimento allarmante a chi sa coglierne il vero significato, di un’evoluzione patologica della politica italiana. L’ho scritto altre volte: intanto le cosiddette primarie sono nate male. Sono state un’invenzione decisamente buffonesca, nel 1996, quando i partiti della sinistra (che allora ancora c’erano) si accordarono per una coalizione anti-Berlusconi attorno al nome di Romano Prodi, candidato premier. Dopo aver stabilito tutto ciò, ed anche molto altro, fecero la sceneggiata che, da orecchianti delle notizie dall’estero e nell’intento segreto di scimmiottare gli odiati imperialisti americani, chiamarono “primarie”, simulando una votazione per scegliere il leader che avevano già scelto e che avrebbero potuto cambiare solo rompendo i patti stabiliti e mandando a monte tutta la baracca costruita non senza qualche difficoltà.

Ognuno dei “coalizzati” votò disciplinatamente il proprio leader, badando a non compiere “invasioni di campo” nelle riserve altrui. Dire che vinse Prodi è una mediocre battuta di spirito. Da allora le primarie, che negli Usa sono legate ad un collaudato e solido sistema dei partiti, che, senza perdersi in ideologismi teologali, hanno connotazioni, delimitazioni e differenziazioni ben nette, diventarono non solo una moda, ma espressione del carattere approssimativo della sinistra, della sua tendenza ad occupare tutto l’ipotetico spazio di un “politicamente corretto” esistente nel Paese, con l’implicita demonizzazione e criminalizzazione del resto ma, soprattutto, destinati a supplire l’inefficienza, l’inesistenza dei partiti, dello stesso partito che vi ricorre.

Matteo Renzi, in quanto prodotto delle primarie, ha perciò solo il ruolo della soppressione dell’esistenza del Pd. Che ne voglia fare il “Partito della Nazione”, cioè un non partito, è implicito in questa sua origine ed in questa sua prospettiva di uomo delle false (e buffonesche) primarie. Il resto è il corollario. Anzi i molti corollari di questa realtà.

Le primarie, fatte da un solo partito sono inconcepibili. E sono inconcepibili le primarie che non si concludano con una “convention”. Sono inconcepibili le primarie in cui “votano tutti” (lo abbiamo sentito ripetere in questi giorni, magari anche cinesi). I cinesi che votano alle primarie di Milano non sono un caso “giuridico-statutario”, sono l’emblema di una pagliacciata che ha uno sfondo melmoso ed una prospettiva che potrebbe essere tragica. Le primarie vere, serie, quelle americane, sono una istituzione di fatti ma comunemente accettata, e vi partecipano i cittadini che si registrano come elettori dell’uno o dell’altro partito e le primarie di un partito si legittimano e si confrontano con quelle dell’altro. C’è poi la questione delle primarie “cittadine”. Che di per sé sono una forzatura rispetto alle primarie presidenziali, generali, nazionali. In esse il carattere truffaldino emerge ancor più chiaramente, con casi limite, magari non frequenti, ma significativi, di simpatizzanti del partito avverso che vanno a votare, proprio, per scegliersi l’avversario più balordo.

La coincidenza dell’adozione generalizzata del sistema delle “primarie” anche per le scelte di quel che resta nell’ambito interno del partito e la corsa al “Partito della Nazione”, sono fatti che dovrebbero far riflettere i tanti perdigiorno che si qualificano “politologhi”, sociologhi, per non parlare, ovviamente, di pubblicisti e giornalisti. Questa costituzione di una sorta di apparato elettorale “aperto a tutti” di quello che tuttavia pretende di essere un partito ed il legittimo rappresentante, come tale, di una parte, di una sinistra del cui blasone si fregia, ricorda esperienze del passato e di altri Paesi. Sentir parlare de “il partito” dovrebbe essere un grido di allarme. Se poi consideriamo ciò che non si dovrebbe mai dimenticare, cioè che il Partito Democratico è il partito perché gli altri, in buona sostanza, e per quel che conta, sono stati distrutti “manu militari” o “per mano di giustizia” (come una volta si diceva delle attività del boia) c’è da rabbrividire.

Questa dunque sarebbe la grande novità? Avremmo sostituito la “Partitocrazia Dc” con il Partito della Nazione, le elezioni con la proporzionale come quelle con quel balordo sistema impasticciato? E queste sarebbero le primarie che dovrebbero farci sentire tutti un po’ americani e cittadini del mondo (infatti votano anche i cinesi!). Sento mefitica aria di “Ultimarie”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:59