Davigo al Corsera: seconda parte

giovedì 28 aprile 2016


Siccome siamo convinti che il dottor Piercamillo Davigo abbia ragione, tendiamo a supporre che l’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo l’altro giorno sul Corriere della Sera abbia un seguito. Siamo cioè altrettanto convinti che il quotidiano milanese sia già d’accordo con il neo-eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati per la pubblicazione della seconda parte del colloquio.

Il dottor Davigo ha sparato nel mucchio accusando i politici di non aver smesso di rubare rispetto ai tempi di “Mani Pulite”. Nella seconda intervista, di sicuro, chiarirà che spesso i discorsi “generali” accusano tanti ma colpiscono pochi. E che tra i tanti ci sono altrettante persone perbene che un po’ si incazzano quando vengono accomunate ai peggiori. Cazzullo ci fa sapere che il dottor Davigo “si inalbera” di fronte alla constatazione che, sempre ai tempi della mitica Mani Pulite, l’opposizione non è stata colpita. “Non è vero! Questa – sostiene il leader dell’Anm – è una leggenda diffusa ad arte per screditarci! Io stesso condussi una perquisizione a Botteghe Oscure!”.

Nel prossimo incontro con il Corriere, il dottor Davigo ci racconterà anche come si concluse quella sua perquisizione nella storica sede del Pds e che fine fece la famosa borsa-Gardini che varcò la soglia di quella sede di partito ma che inspiegabilmente si perse negli interminabili corridoi.

Davigo se la prende con tutti gli schieramenti politici, ed ha ragione. Nella citata prossima intervista al CdS ci si aspetta di sicuro anche un atto accusa verso i giudicanti che sbagliano: d’altronde, come noto, l’autocritica costituisce il bagaglio delle persone corrette. E della carcerazione preventiva? Macchè, niente. Almeno in questa prima parte di intervista. Perché nella seconda è previsto un parere di Piercamillo Davigo sull’inchiesta apparsa sulla Stampa di domenica scorsa intitolata “Ogni anno in Italia 7mila persone arrestate e poi giudicate innocenti”.

E siamo ancor più dalla parte di Davigo quando ha dichiarato, ad esempio, che “i magistrati non dovrebbero mai fare politica. Perché sono scelti – sostiene l’ex pm di Mani Pulite – secondo il criterio di competenza: e avendo guarentigie non sono abituati a seguire il criterio di rappresentanza. Per questo i magistrati sovente sono pessimi politici”. In anteprima confermiamo che, nella seconda parte dell’intervista a Cazzullo, il dottor Davigo chiarirà se, con questa ultima affermazione, si riferiva a Di Pietro, o a Ingroia, o a Emiliano, o a chissà chi altro.

Così come verrà spiegato dall’interessato il concetto (espresso durante una lectio magistralis all’Università di Pisa) secondo il quale “la classe dirigente quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente di strada e fa danni più gravi”. Ed anche qui ha ragione il dottor Davigo il quale, però, non chiarisce se il suo pensiero è riferito anche a certi suoi colleghi i quali, con decisioni al limite dell’inverosimile, hanno costretto soggetti (magari rivelatisi poi innocenti) a gesti estremi. Attendiamo con ansia la seconda parte del colloquio con Aldo Cazzullo.


di Gianluca Perricone