Voluntary disclosure e rischi sociali

Insieme all’ennesimo impegno sulla flessibilità in uscita, che è tutto da vedere considerata l’inaffidabilità delle promesse governative, circola con insistenza quello di voler per la terza volta riaprire la Voluntary Disclosure. Che dietro l’inglesismo ci sia il condono per chi ha portato milioni all’estero, oramai è noto e arcinoto, si tratta, infatti, di un perdono fiscale totale vero e proprio.

Insomma, una sanatoria che, a certe condizioni, chiude ogni ipotesi di rivalsa e accertamento nei riguardi di quelli che, negli anni, hanno riempito i loro conti esteri con milioni e milioni di Euro. Ora, che un reato simile, quando ovviamente è reato, sia tra i più odiosi e insopportabili è fuori di dubbio, eppure, nonostante ciò, i moralisti della maggioranza, che si scagliano contro l’evasione, su questo, chiudono gli occhi e fanno orecchie da mercante. Data quindi per scontata la solita ipocrisia, con la quale il Governo giudica a suo uso e consumo il morale e l’immorale, qui siamo di fronte a un rischio sociale che, se trascurato, probabilmente porterà dritto alla rivolta fiscale.

Va da sé, infatti, che nessuno dei milioni di italiani che sono nei guai con Equitalia o con il fisco, per cartelle, accertamenti, liti o rateizzi che siano, di poche decine di migliaia di Euro, rimarrebbe insensibile all’ennesimo perdono che escludesse loro a vantaggio dei ricconi. Non si capisce, infatti, secondo quale morale fiscale si riapra la Voluntary Disclosure e nulla si preveda per consentire, in un modo decoroso e possibile, a tutti i cittadini di chiudere per sempre le pendenze di vario tipo che hanno con il fisco.

Che oggi in Italia fra rateizzi, contenziosi, pignoramenti, fermi amministrativi e dispute di ogni tipo fra Stato e contribuenti, la situazione sia esplosiva è, non evidente, ma di più, dunque giocare con il fuoco a favore solo della collaborazione volontaria può davvero diventare la goccia che fa tracimare il vaso. Oltretutto, in un Paese dove la guerra fra fisco e cittadini è pressoché totale, insistere con atteggiamenti persecutori e ossessivi al posto di una ragionevole pacificazione, è a dir poco incredibile. Per questo ci si pensi bene prima di riaprire la Voluntary Disclosure senza accompagnarla con qualche provvedimento che possa consentire anche ai poveri cristi, artigiani, autonomi, commercianti, gente comune insomma, di definire sopportabilmente ogni pendenza pregressa con le tasse una volta per tutte. Come se tutto ciò non bastasse, anche un bambino capirebbe che, in un Paese dove la pace fiscale fosse uguale a zero, sarebbe difficile rendere credibile ogni provvedimento che puntasse a fare finta del contrario.

Insomma, Renzi, Padoan e Zanetti questa volta ci riflettano molto ma molto a fondo prima di escludere, ancora, dalla pacificazione fiscale milioni e milioni di contribuenti, se lo facessero metterebbero davvero a rischio quel minimo di tenuta sociale che ancora resiste. Dunque la si smetta di giocare con il fuoco e si affronti complessivamente e fino in fondo il nodo del fisco, che non può essere amico di qualcuno e sceriffo con la massa degli altri contribuenti. La riapertura della Voluntary Disclosure può dunque essere la grande occasione per mettere mano a una vera pacificazione fiscale che, da sola, darebbe certamente un nuovo stimolo e una nuova fiducia alle persone, agli operatori, alle famiglie e a tutti.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:54