Questo pestaggio benedetto dal Papa?

Raimondo Caputo, imputato di un crimine orrendo (pedofilia ed omicidio di una bambina) è stato fatto oggetto di un “pestaggio” da parte degli altri detenuti, secondo un’antica “regola” dell’ambiente della malavita carceraria per la quale i “rei” di crimini sessuali (non solo di pedofilia) sono messi al bando, terrorizzati e “puniti” da altri criminali, che in tal modo riaffermano il loro residuo “perbenismo”.

Proprio il giorno dopo, in occasione della manifestazione a Piazza San Pietro di un’associazione per la difesa dei minori dalla pedofilia, Papa Bergoglio è intervenuto e ha pronunziato un forte discorso contro gli abusi sui minori e contro l’omertà, manifestatasi in modo sconcertante nel caso di quegli orribili fatti culminati con la morte della piccola Fortuna Loffredo, gettata dalla finestra dal vicino di casa. Ottima cosa, perché la Chiesa ha per molto tempo “coperto” con qualcosa di peggio dell’omertà episodi anche notori di omosessualità e di pedofilia di chierici ed anche di laici.

Lo stesso Bergoglio, da arcivescovo di Buenos Aires, fu coinvolto in alcuni spiacevoli episodi di queste “coperture”. Bene dunque la condanna contro l’omertà, contro quella concezione secondo cui, in questi casi, l’importante è evitare lo scandalo. Ma Papa Francesco ha aggiunto con grande ed anche maggior forza: questi crimini debbono essere puniti. Severamente. Il riferimento al gravissimo fatto di cronaca napoletana era evidente. Né Bergoglio è persona da farsi sfuggire certe coincidenze e certe occasioni. Coincidenze ed occasioni rappresentate, nel caso, dal crimine, dall’assassinio che ha fatto seguito allo stupro, ma anche dal tentato linciaggio carcerario dell’indagato, cui stampa e televisione hanno dato, non senza ragione, un rilievo non troppo inferiore a quello dato ai bestiali fatti a lui addebitati. Fatti che, dice il Papa, debbono essere puniti severamente.

Bergoglio sa bene come utilizzare la cronaca, anche quella “nera”. Sa bene che in Italia i reati contro la libertà sessuale dei minori sono puniti con pene non inferiori a quelle di ogni altro Paese europeo. Che l’omicidio, con le aggravanti contestate nel caso, è punito con la pena massima: l’ergastolo. Ha dunque parlato per fare l’elogio del Codice penale italiano e delle relative “novelle” oggi vigenti? No di certo. Ed allora quell’impressione che io ho avuto e che molti altri, dando per scontata l’allusione a quel terribile fatto di cronaca, hanno avvertito comprende anche la punizione “severa” inflitta dal “tribunale-boia” carcerario?

Un episodio, lo ripeto, anch’esso assai grave. Pensar male del Papa è peccato gravissimo, anche per un non credente. Vorrei sbagliare. Una volta nelle carceri i “mostri”, tali giudicati dalla morale carceraria, erano tenuti separati in un apposito braccio. L’affollamento attuale renderà ciò meno agevole. Ma a Poggioreale non dovrebbe essere impossibile né imprevista la necessità di ricorrervi. Il ministro Orlando non ha qualcosa da riferire in Parlamento ed all’opinione pubblica in proposito o teme di “urtare”, in qualche modo il “silenzio-assenso”, l’appello alla punizione “severa” di Papa Francesco?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:00