Napolitano, Renzi e abuso della riforma

Dovremmo essere, se non grati, che per più versi sarebbe difficile, a Giorgio Napolitano, almeno attenti alle sue esternazioni sulla cosiddetta riforma costituzionale. Non c’è da imparare solo da chi ha autorità intellettuale e morale. Napolitano, cambiando, sembra, opinione, è accorso all’appello per il “sì” di Matteo Renzi al referendum di ottobre. A non cambiare opinione sono solo i fessi. Ma non è detto che chiunque cambi opinione anziché fesso sia acuto ed apprezzabile.

Tenendo conto delle due opinioni, del cambiamento e delle ragioni (si fa per dire) che oggi l’ex grande vecchio della politica italiana ha ritenuto di tirar fuori, si dovrebbe concludere che oggi Napolitano è per il sì “perché Renzi ha commesso un grosso sbaglio”. Strano. Ma se si dice che “sbagliando s’impara”, si finisce magari col pretendere che “sbagliando si insegna” e si convince pure qualcuno. Renzi, dice Napolitano, ha fatto un grosso sbaglio a mettere assieme la questione della sopravvivenza del suo Governo con quella della approvazione della riforma (riforma- rottamazione) costituzionale. Ma (anche se questo passaggio è inespresso e, quindi, immotivato) nel Giorgio-pensiero, oramai questa conseguenza dello sbaglio è cosa fatta. È fatto l’“abbinamento” e se è bocciata la riforma rimaniamo senza “governo” e senza governo in balìa di chissà quali eventi.

Una volta erano i “reazionari”, i monarchici, i conservatori a predicare che la Repubblica, le novità politiche, le riforme erano il “salto nel buio”. Oggi sono quelli che si definiscono di Sinistra, Renzi ed i renziani che, per garantirci dal “salto nel buio” ci vogliono convincere di rimanere seduti sotto le legnate, di non saltare e, soprattutto, di non accendere la luce: se tutto è buio, nel buio non si può saltare, ci si resta. E le legnate può darsi che se le piglino gli altri.

Ma Napolitano è uno dei tanti, dei tanti “acutissimi” e “prudentissimi” e dei tantissimi sciocchi che, per sostenere il “sì”, per non privarci del piacere di conservarci Renzi, che ci preserva dal salto nel buio, ci danno la migliore prova, assolutamente certa e insuperabile, che la “riforma” che ci invitano ad ingoiare come una medicina amara ed anche nauseante è quella per una “Costituzione ad personam”. Concepita, fatta, modellata per Renzi, per il suo Governo, nel suo interesse politico e non solo. La Costituzione, che dovrebbe regolare e garantire la vita dello Stato per secoli e, al minimo, per decenni, diventa così un espediente per una fazione, per un singolo governo, in una contingenza difficile per tutti, ma particolare.

Napolitano dopo aver “rimproverato” (si fa per dire) Renzi per aver “strumentalizzato” la sua cosiddetta riforma costituzionale, invita gli Italiani a “stare al giuoco” della strumentalizzazione ed a votare “sì” per non travolgere il Governo ed il Premier “strumentalizzante” nel fallimento della strumentalizzazione da lui abusivamente inventata ed utilizzata. In altre parole: “rimprovera” Renzi per aver cercato di imbrogliare gli italiani con una “identificazione” abusiva e, al contempo, li invita a farsi fregare, anzi a fregarsi con le proprie mani per impedire che la fregatura si manifesti e provochi “il vuoto”.

Questo “giuoco delle tre carte” al mio paese si chiama “imbroglio”, “truffa”. Ma anche in altro modo, soprattutto se si vuol sottolineare l’atteggiamento di chi “ci sta” e, candidamente, si lascia masochisticamente fregare. Ci sarebbe poi (anche per rispondere a qualche nostro amico che, sia pure con aria sconsolata, dice che “sarà costretto” (sic!) a votare “sì” perché quello è l’unico modo “per cambiare”. Una concezione anch’essa masochistica del “cambiamento”.

Pensate un po’: negli Stati Uniti d’America c’è una Costituzione in vigore da quasi duecento anni con qualche “emendamento” che ne ha cento. Un Renzi che in America volesse fare a pezzi la Costituzione, renderla indecifrabile, rottamarla “per cambiare”, lo manderebbero al manicomio. Ma in America Renzi non lo assumerebbero nemmeno come bidello in una scuola media del West.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:59