La nostra destra irresponsabile

La catastrofica uscita del Regno Unito dalla Comunità europea è stata accolta da molti italiani, i quali pensano evidentemente di vivere su Marte, con un entusiasmo che un mio caro amico ha paragonato alle altrettanto catastrofiche radiose giornate di maggio di circa un secolo fa. Avendo seguito la maratona televisiva condotta da Enrico Mentana, mi è rimasta impressa nella mente l’espressione sempre più soddisfatta del leghista Claudio Borghi, espertone di sovranità monetaria stile Argentina e Venezuela, man mano che si delineava la vittoria del “leave”.

Ovviamente, tanto per la maggioranza dei britannici ma soprattutto per tutti quegli italioti che fingono di ignorare di trovarsi sopra una immensa polveriera chiamata debito sovrano, ai tifosi dello sfascio europeo sembrano sfuggire le conseguenze dell’eventuale sfaldamento di un regime continentale che ha finora garantito l’interscambio al massimo grado e, per chi ha optato per la moneta unica, uno straordinario vantaggio sul piano dei tassi d’interesse. Ma tutto questo non sembra destare alcuna inquietudine in quella parte della destra italiana, molto ben rappresentata dalla Lega di Matteo Salvini e Borghi, che vorrebbe utilizzare la Brexit come un grimaldello per far saltare il banco a Bruxelles ed a Francoforte, portando lo Stato più indebitato d’Europa fuori da tutto.

Con in testa la delirante idea di tornare ai fasti della liretta nazionale, in modo tale da truffare in ultima istanza i creditori stampando carta straccia all’occorrenza, questa destra propone ai suoi sostenitori una sostanziale autarchia dai contorni molto sinistri. Tant’è che persino Beppe Grillo, deus ex machina del M5S, per ciò che riguarda l’Euro è tornato da poco sulla Terra, complice la possibilità non più remota di un pentastellato a Palazzo Chigi, dichiarando di voler restare nella moneta unica. Ma la nostra destra lepenista, sostenitrice di una sovranità basata sul totale dissesto economico e finanziario del Paese di Pulcinella, continua dritta per la sua strada, vendendo a piene mani le stesse illusioni che hanno condotto la maggioranza degli elettori del Regno Unito a, come si suol dire, tagliarsi i cosiddetti per fare un dispetto alla moglie.

Da questo punto di vista non mi sembra un bell’esempio di sovranità quella che compie scelte irresponsabili sulla base di considerazioni di pancia che poco o nulla hanno a che vedere con le scelte medesime. Ciò vale in particolar modo per l’Italia, viste le condizioni molto traballanti tanto dei conti pubblici che di una economia in perenne stagnazione. Al momento appare sempre più urgente strutturare una solida alternativa liberale allo sfascismo sovranista che rischia di dilagare anche in Italia.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:49