Lettera aperta a Papa Bergoglio

Sono consapevole che non ci possa rivolgere al Santo Padre come se fosse un amico, un vicino di casa o, ancora, un qualsiasi politico nostrano. Però è un dato di fatto che Papa Francesco talvolta (sempre con tutto il giusto e dovuto rispetto) l’obiezione proprio se la tira.

Afferma infatti il Vescovo di Roma: “Abbiamo bisogno di dire questa verità: il mondo è in guerra perché ha perso la pace”. Che, per carità, è verità assoluta. Anche e soprattutto perché, invertendo il ragionamento, laddove c’è la pace non c’è la guerra. Bene: e quindi? Ancora: “Quando parlo di guerra, parlo di guerra sul serio e non di guerra di religione... C’è guerra per interessi, soldi, risorse della natura, per il dominio sui popoli – ha spiegato il Pontefice – questi sono i motivi. Qualcuno parla di guerra di religione, ma tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri, capito?”.

Sua Santità, Lei sicuramente avrà la situazione più sotto controllo dell’umile scrivente al quale, però, sfuggono alcuni aspetti. Per esempio, perché è così arduo (se non impossibile) portare il Cristianesimo in certi Paesi dove, magari, vengono anche bruciate chiese, picchiati e/o rapiti sacerdoti, perseguitati i fedeli di fede cattolica? Per interessi e soldi, sostiene Lei: mi scuserà ma non vedo il collegamento. Per il “dominio sui popoli” forse sì, ma alla base c’è sempre un motivo religioso.

Sua Santità, mi scuso ancora con umiltà, ma non sono convinto che padre Jacques Hamel sia stato sgozzato mentre stava celebrando la Santa Messa nella chiesa di Saint-Étienne- du-Rouvray per una “guerra di interessi, soldi, risorse della natura”: si voleva (purtroppo riuscendoci) colpire un simbolo. Che poi l’episodio – ultimo di una serie purtroppo lunga e di certo non destinata ad esaurirsi – possa essere collegato a sciagurate scelte politiche e militari passate (quelle sì, portate avanti per interessi economici e non solo) ed intraprese da affamati leaders in cerca di espansione può essere vero. Ma, allo stato dei fatti, ciò che è certo è che ad ogni occasione ci fanno sapere che “Allah è grande”.

Mi scusi Sua Santità, ma questo è un dato di fatto incontrovertibile. E per i cristiani, in ogni parte del mondo, il pericolo è reale. Con il massimo ed immutato rispetto.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:54