Storie italiane

La fretta e la leggerezza con le quali Virginia Raggi ha voluto dire no alle Olimpiadi per essere coerente, di una coerenza che dalle sue parti è piuttosto sconosciuta, un risultato lo ha hanno ottenuto di certo. Non vi è dubbio, infatti, che da oggi in poi Renzi avrà una chance in più sia per cogliere il disappunto di tutti quelli favorevoli alle Olimpiadi, sia di farsi sponda al mondo dello sport indignato con la Raggi. Ora che questa straordinaria manifestazione sportiva mondiale si sia dimostrata ovunque più una spesa che un’impresa è noto, ciononostante non è detto che non si possa provare a renderla davvero utile a tutti.

Insomma, la sfida sulla quale Virginia Raggi avrebbe dovuto riflettere meglio prima di negare il consenso, poteva proprio essere questa, guardare le carte, mettere i puntini sulle i e dettare le sue condizioni per il sì. Perché, sia chiaro, il sindaco è il sindaco e si è visto, dunque sfruttare i poteri a disposizione per ottenere quei benefici collettivi, utili a migliorare Roma, più che un tentativo doveva essere un’occasione imperdibile. Ecco perché la Raggi è stata troppo frettolosa, ecco perché parlare di vittoria sul malaffare è demagogico, ecco perché il no alle Olimpiadi potrebbe trasformarsi in un boomerang per i grillini. Come se non bastasse e proprio perché Roma è ridotta talmente male, che solo finanziamenti e interventi straordinari sarebbero in grado di incidere positivamente, quale migliore occasione per provarci? In buona sostanza la sindaca aveva a disposizione il famoso “O così o pomì” e secondo noi questo jolly, più unico che raro, non ha saputo, voluto, potuto giocarlo pur di obbedire ai diktat di Grillo.

Sia come sia, abbiamo fatto una figuraccia e di certo l’Italia sul piano internazionale sta peggio di prima e ovviamente è tutto dire, specialmente con l’aria che tira in Europa. Esulta Parigi e la sua sindaca Anne Hidalgo che a questo punto vede davvero vicina la possibilità di assicurare l’ok alle Olimpiadi alla Capitale della Francia e dei francesi. È molto probabile, infatti, che nella sfida franco americana (Parigi/Los Angeles) la spunti la Ville Lumiere, non fosse altro per il fatto che dall’ultima assegnazione dei giochi sono passati cento anni. A noi, all’Italia, resta comunque l’amarezza di un’occasione perduta, della possibilità di dimostrare che non sempre la spesa non vale l’impresa, di essere in grado di sapere fare bene e con trasparenza.

Insomma, è stata questa delle Olimpiadi una delle tante brutte storia all’italiana che in giro per il mondo, immeritatamente, ci hanno resi più inaffidabili che credibili. Immeritatamente perché la colpa è stata sempre della politica, delle sue lotte e avidità elettorali, delle sue dispute interne sul potere, dei suoi bisogni di affermazione, in questo senso i grillini non sono diversi e il caso Roma lo conferma. Peccato, peccato davvero, da oggi si riparte da zero, anzi da sottozero, con la speranza che la Raggi sappia essere all’altezza dei problemi e delle scelte e noi ce lo auguriamo vivamente, anche perché di impegni solenni…con Renzi, ne abbiamo già fatto il pieno.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:24