“Ti racconto la politica”

Cronaca di un Congresso (Capitolo 52 - Parte C) - È sabato mattina e l’inizio del Congresso è fissato nella sala “Pinco Pallino” del centro convegni “Tal dei Tali”, per le ore nove in prima convocazione e per le dieci, in seconda.

Quello della prima e della seconda convocazione è un uso antico che serve a “schivare” i quorum di presenza all’apertura del congresso, per la sua validità. In sostanza, all’apertura delle ore nove, la validità scatta in presenza del quorum (in genere il 51 per cento) degli aventi diritto, mentre alle ore dieci diventa legittima, ovvero a norma di statuto, ogni percentuale; di solito, prima delle ore dieci, c’è poca gente.

Cos’è il banco della verifica poteri? È un semplice tavolo attiguo alla sala d’ingresso del congresso, in cui sono presenti degli addetti che “verificano” le mansioni di chi arriva per partecipare. Documenti alla mano, si controlla se sei in lista per gli interventi oratori, se sei giornalista, se sei scrutatore o quant’altro, ma il controllo più importante è se hai il diritto di voto, si controlla insomma la tua tessera d’iscrizione. L’importante è che il nome scritto sulla tessera esibita, risulti tra gli aventi diritto, poi, se si tratta della tessera di una lapide del cimitero o di un abbonato preso alla rinfusa dagli elenchi telefonici o di un cognome scritto sulla pulsantiera dei campanelli di un condominio, come spiegato nei capitoli n.5, n.6 e n.18, si va dall’addetto che non fa troppe domande.

Le nostre telecamere stanno riprendendo il raro caso di un congresso a liste davvero contrapposte (capitolo n.38) e se durante i movimenti di partecipazione, si ha la sensazione che i sostenitori della lista del disobbediente superino il previsto o l’accettabile, anche di poco, ecco che un po’ per volta si presenta al banco della verifica poteri una manciata di “morti o abbonati telefonici”, con tanto di tessera. In questo caso, basta la tessera, la sola tessera; c’è fretta, c’è marasma, si è in pieno svolgimento del congresso e magari nella sua fase fondamentale, cioè le operazioni di voto, dunque, occorre fare presto e per determinati addetti al banco della verifica poteri, l’esibizione della tessera “dimostra” tanto l’iscrizione quanto l’identità. Del resto, il congresso è un fatto privato e l’eventuale presenza di agenti di polizia, è addetta alle questioni d’ordine o di sicurezza e non a quelle intime del congresso.

Al giorno d’oggi, come abbiamo appreso in più capitoli del nostro corso, i numeri di partecipazione alla vita dei partiti politici sono esigui, pertanto ogni cosa è programmata perché le descritte tessere false possano votare. La verifica poteri controllerà invece a pelo e contropelo, i tesserati del disobbediente. I lavori prendono inizio, ma ecco che nel tal paese accade qualcosa. Due signore sono incredule e offese; erano scrutatrici fino al giorno precedente, ma all’apertura del congresso non lo sono più. Cos’è successo?

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:29