Referendum: italiani defraudati da Renzi

martedì 29 novembre 2016


Ovviamente, come ha confermato Mario Draghi dalla Banca centrale europea, non ci sarà nessuno scossone sui mercati dal referendum. O meglio, solo votando “No” gli italiani potranno decidere dell’Europa, mentre con il “Sì” verranno defraudati, oltre che del potere di voto del Senato, ma anche di decidere dei Trattati europei e dell’Italia sulla e in Europa. Con la frase inserita tra le modifiche alla Costituzione - “L’esigenza di adeguare l’ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea” - l’Italia e gli italiani non potranno più decidere cosa è meglio per sé.

Come per i senatori non più eletti dagli italiani e il Senato che ridimensionato allo stesso modo di come lo sono state le Province (cioè che non sono state abolite affatto), noi cittadini italiani non potremo più dire alcunché sull’Europa e gli ordini continueranno a venire dall’esterno e dai burocrati della Commissione (per lo più tedeschi), e governi e parlamenti continueranno ad essere cosa estranea ai cittadini, cioè non eletti ma imposti.

L’Europa tedesca di oggi estenderà ulteriormente i suoi tentacoli, diventando una follia storica in quanto contro i suoi stessi cittadini europei, in assenza del suo rimodellamento, ristrutturazione e riorganizzazione. Lo scopo di Napolitano - tramite il suo terzo governo mai eletto, il Napolitano/Renzi - con la riforma costituzionale, è appunto quello di consegnare l’Italia e noi tutti mani e piedi all’Europa tedesca che piaceva tanto ad Obama e alla Clinton. Con il referendum si consegnerà la governance economica italiana all’Europa tedesca della Merkel tramite quella che tecnicamente si chiama, in diritto, la costituzionalizzazione del vincolo esterno europeo.

Nella relazione illustrativa al disegno di legge costituzionale, infatti, è scritto espressamente che “lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l’esigenza di adeguare l’ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea. Il complesso di questi fattori ha dato luogo ad interventi di revisione costituzionale rilevanti, ancorché circoscritti, che hanno da ultimo interessato gli articoli 81, 97, 117 e 119 della Carta – si tratta della costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio avvenuta nel 2012 con il mai eletto Mario Monti – ma che non sono stati accompagnati da un processo organico di riforma in grado di razionalizzare in modo compiuto il complesso sistema di governo multilivello articolato tra Unione europea, Stato e autonomie territoriali”. Il linguaggio ostico è fatto apposta in modo che non si capisca. È volutamente confuso. Significa in sostanza che noi italiani dipenderemo totalmente dalle oligarchie burocratiche europee e saremo schiavi di scelte su cui non avremo, per Costituzione, alcuna voce in capitolo. Noi italiani non potremo dire e fare niente circa la revisione necessaria dei Trattati europei. E questo perché, votando “Sì” al referendum, ci sarà scritto nella Costituzione, che non a caso Napolitano/Merkel premono con Renzi di imporci a firmare. Oggi la Costituzione prevede, al contrario, che i vincoli esterni di cui all’articolo 117 “sorgano” e trovino la propria radice originaria nei Trattati sottoscritti dal nostro Paese, potendoci noi tutti liberare di tali vincoli denunciando i Trattati stessi, in applicazione dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea. Questo articolo stabilisce infatti che “ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall’Unione”.

Dunque l’Italia, con un mero atto unilaterale, oggi, e senza che siano necessarie particolari motivazioni, può scegliere e decidere di recedere, pronunciarsi eventualmente a favore dell’Italexit. Mentre con la riforma costituzionale architettata appunto dal terzo governo non eletto, non potremo, ove anche volessimo, liberarci dai vincoli europei con la sola denuncia dei Trattati ma occorrerà/occorrerebbe la revisione ex novo della Costituzione, che avverrebbe oltretutto con una procedura che è stata/sarebbe aggravata, cioè ancora più difficile da fare, prevista dall’articolo 138. In pratica, con l’inserimento e la cosiddetta tipizzazione del vincolo esterno targato Ue, con la modifica cioè degli articoli 55 e 70 della Costituzione che Renzi/Napolitano si impegnano tanto a costringerci a cambiare, i nostri obblighi non discenderanno più per e dal Trattato ma addirittura per e dalla Costituzione, rimanendo noi tutti ben bene ingabbiati nella schiavitù di questa Europa tedesca. Si ricordi che l’Italia è stata imbrigliata ed imbrogliata in governi mai eletti, in parlamenti dichiarati incostituzionali dalla stessa Corte, trascinata nel gorgo del regime, nella arbitrarietà e discrezionalità dei pochi a svantaggio di tutti gli altri, nel non rispetto e nella costante ed efferata violazione delle nostre stesse regole democratiche, e nello stravolgimento di quelle costituzionali.


di Francesca Romana Fantetti