Razzi: “Io troppo  genuino per la casta”

Su Antonio Razzi, senatore di Forza Italia, se ne sentono tante. Ma forse è arrivato il momento di raccontare il personaggio senza prendersi troppo sul serio. Ecco dunque un’intervista semiseria (e probabilmente stravagante) sul suo passato da operaio in Svizzera, la politica, le alleanze, il viaggio all’Onu con la delegazione Uip. E sul suo rapporto esclusivo con la Corea del Nord: “Ho visto una grande volontà di disgelo da parte di Pyongyang. Kim Jong-un è ‘nu bravo guaglione’ e per questo ho scritto una lettera a Donald Trump: vorrei fare da mediatore fra i due Paesi”.

Di cose nella sua vita, anche politica, ne ha sperimentate molte. Qual è stata la più divertente?

Guardare un mio collega accanirsi a estirpare una caccola dal naso riuscendoci dopo tanto tempo con le lacrime agli occhi. La cosa che mi ha fatto impressione - favorevolmente intendo - la sua soddisfazione di esserci finalmente riuscito.

E la più triste?

Vedere il giovane Federico Cetrullo di Pescara. Ho fatto di tutto per farlo operare in Svizzera. Quel giovane al primo giorno di lavoro, dopo aver tanto cercato, cade e si paralizza gravemente. Questa è stata una cosa veramente troppo triste, oltre che una tragica beffa della vita.

Lei ha vissuto per anni in Svizzera, come ricorda quel periodo?

Come quegli studenti che siedono sempre all’ultimo banco e che non fanno i compiti, ma che poi si portano a letto le più belle colleghe.

Fu difficile integrarsi?

Molto difficile. Se non avessi avuto l’obiettivo di riprendere la mia vita per i capelli e quindi di lavorare e basta non credo sarei stato capace di resistere 40 anni. Per rispondere alla sua domanda, una volta integrato, ho accettato tutto. Anche quello che non mi andava bene. Ero pur sempre ospite in un Paese straniero.

Come trattavano gli italiani?

Malissimo. Io stesso, nonostante non avessi mai creato problemi, ho dovuto traslocare svariate volte proprio per questi motivi.

Sull’immigrazione che posizione ha? È d’accordo con Matteo Salvini?

Involontariamente le ho già risposto. La prima cosa è integrarsi accettando le regole che si trovano nel Paese che ospita. Salvini è troppo radicale per me. Ma non glielo dica, siamo amici.

È stato più volte in Corea del Nord, che idea si è fatto sul regime?

Dalle mie parti si dice: ’o cane mozzica stracciato. Se non allentiamo la stretta le cose potrebbero peggiorare a vista d’occhio. Ho visto una grande volontà di disgelo da parte loro. È vero che vorrebbe fare da mediatore fra Donald Trump e il leader coreano?

Sì. Ho scritto a Trump una lettera con la quale mi rendo disponibile.

Che tipo è Kim Jong-un?

Per dirla alla Berlusconi, è nu bravo guaglione.

Com’è stato andare all’Onu?

Un grande effetto, un grande onore. Sono fiero di aver partecipato con la delegazione Uip.

Ha parlato in abruzzese?

Sì, quando ho chiesto agli addetti dove dovevo sedermi.

Pensa che Silvio Berlusconi la ricandiderà alle prossime elezioni?

Sì, Berlusconi me lo ha detto. E quando dice una cosa il presidente è cosa fatta.

Alla luce delle sue esperienze lavorative in Svizzera come operaio, si sente parte della casta?

Non potrei farne parte neanche se mi obbligassero. So quanto costa un chilo di pane e un etto di prosciutto cotto. Le pare possibile?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:46