Il sorriso da Gremlin

martedì 21 marzo 2017


L’antipatia e l’avversione di Beppe Severgnini nei confronti dei cosiddetti populisti antieuropei ha raggiunto ormai livelli prossimi al travaso di bile. Il noto editorialista tuttologo bergamasco, infatti, sul Corriere della Sera di domenica scorsa, festeggiando la presunta sconfitta di Geert Wilders alle elezioni olandesi, lo paragona a un Gremlin.

Insomma, per il Beppe giornalista, il leader del Partito per la Libertà (Partij voor de Vrijheid, PVV), somiglia, quando sorride, al folletto maligno dall’aspetto ridicolmente brutto e deforme. Sia chiaro, non dubitiamo che Severgnini abbia voluto ironizzare nel suo accostamento, ciononostante dalle nostre parti si afferma che Pulcinella, seppur scherzando, dichiari la verità. Del resto non è la prima volta che l’onnisciente editorialista, specialmente nelle sue performance televisive su La7, si rivolge a quelli che non la pensano come lui con toni piuttosto irriverenti e sufficienti. Lo ha fatto con Donald Trump, con gli inglesi che hanno votato a favore della Brexit, con il fronte del “No” al referendum sulla Costituzione, e poi ancora con i grillini e i cosiddetti lepenisti italiani, Matteo Salvini in testa.

In buona sostanza, in nome dell’interpretazione che tutti i radical chic come lui danno della società aperta di Karl Popper, Severgnini non perde occasione per schernire chiunque la pensi diversamente da lui. Eppure l’idea di Popper era proprio di mettere in guardia la popolazione da tutti quelli che dicono di conoscere il destino della società e di possedere la verità e le chiavi del futuro.

Insomma, il filosofo contrario a ogni imposizione predicava l’indispensabilità che ognuno fosse libero di esprimersi autonomamente. Bene, anzi male, il caso vuole che quando questa libertà di espressione democraticamente testimoniata dai cittadini si orienti in direzione opposta da quella voluta dai tanti Severgnini, il travaso di bile scatti in automatico. È successo con la vittoria di Trump, con quella della Brexit, con quella del “No” in Italia, succede con chi guarda alla Le Pen oppure a Putin e con tutti quelli che per un motivo o per l’altro vorrebbero un’Europa diversa, un’exit strategy dall’Euro, un’immigrazione controllata. Per non parlare di chi nutre dubbi sull’Islam moderato, rivendica l’importanza della sovranità nazionale e attacca lo strapotere tedesco sull’Unione europea.

Insomma, per l’ultra renziano Severgnini (li unisce la modestia) e per i tanti guru della verità come lui, le decine di milioni di persone che nel mondo pensano diversamente da loro possiedono un genoma pericoloso e di serie B. Si rassegni Severgnini, perché non sarà la sua spocchia e il suo sorriso stampato su un volto che, evidentemente per lui, è più bello... e rassicurante di quello del “Gremlin” Wilders a spingere il mondo verso il pensiero unico. Si rassegni perché grazie a Dio la democrazia resta tale anche quando non è radical chic; non è quella dei comunisti con il Rolex, o dei cattocomunisti che piangono il morto e imbrogliano il vivo. Si rassegni perché l’euroscetticismo, i dubbi sull’Islam moderato, una diversa concezione dell’accoglienza e della difesa dei confini e delle identità esigono rispetto tanto quanto il contrario. Si rassegni, infine, e provi magari per una volta a riflettere sull’umiltà, sullo stile e sull’eleganza della cultura che quando è vera non si trasforma mai in arroganza e in autoreferenzialità. Del resto chi si loda si sbroda, a conferma del fatto che intelligenza e cultura, soprattutto dalle parti dei radical chic, non fanno scopa.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca