Meno male che vigila  Jeroen Dijsselbloem

C’è da chiedersi, innanzitutto, se le parole del “politico” olandese nei confronti dei Paesi del Sud Europa siano state pronunciate nel pieno delle sue capacità, non alterate da possibili tassi alcolici, o se era totalmente sbronzo. Delle due ipotesi, infatti, solo una è possibile: o è un vero e proprio imbecille o era disturbato dall’alcol ingerito. Il signor Jeroen Dijsselbloem, infatti, ha detto che i Paesi meridionali dell’Europa, e sottolineiamo i Paesi, “non possono continuare a spendere soldi in donne e alcool e poi chiedere aiuto”. Non abbiamo usato la locuzione latina del “tertium non datur”, perché le due ipotesi a ben vedere possono tranquillamente coesistere.

Ma è giusto porsi alcune domande. E come li avrebbero spesi? Impegnando nei bilanci partite destinate agli ubriaconi e destinando agli stessi sovvenzioni al fine di continuare a mantenere una dipendenza dall’alcool che contrasta con l’altra accusa riferita alla passione, italo-spagnola, per il gentil sesso? Ma se così fosse c’era sufficiente materia per l’intervento europeo sui bilanci, teso a stroncare una prassi che anziché combattere l’alcolismo lo alimenterebbe e, cosa ancor più grave, c’era più materia per porre fine alla discriminazione sessista che vedrebbe privilegiati, come fossero bonus renziani, gli uomini nella caccia all’eterno piacere senza prevedere nulla per le donne se non quello di accontentarsi d’essere oggetto di caccia.

Ma se così stessero veramente le cose va elevata innanzitutto una censura alla paladina dei diritti femminili, Laura Boldrini, che non si era accorta di cosa stesse succedendo nel nostro Paese e non era intervenuta com’è sua prassi quando c’è un diritto delle donne messo in forse. Meno male che c’era, vigile, il presidente dell’Eurogruppo socialista che pur criticando gli Stati meridionali dell’Europa ha permesso loro di aprire gli occhi portandoli alla richiesta di scuse immediate o di dimissioni senza appello. Basta però, abbiamo scherzato parecchio e non ne valeva la pena.

Il problema che sta dinanzi all’Ue non è quello di chiedere le dimissioni perché il bulletto non ha chiesto scusa per la frase pronunciata, ma è quello di chiedere il suo allontanamento da incarichi europei perché sembra un eurogrillino che dimostra di non conoscere come funziona la macchina dell’Unione; come vengono usati i relativi finanziamenti che, se non utilizzati per gli obiettivi prefissati, tornano da dove sono partiti; cosa sono i bilanci degli Stati membri che vengono sottoposti alla vigilanza delle istituzioni comunitarie, e magari il nostro baldo eurobullo era semplicemente dedito allo scolar quelle bevande che considera usate in abbondanza dalle popolazioni meridionali.

Se poi il nostro caro olandese (ministro in Olanda e presidente dell’Eurogruppo), di cui si ignorava l’esistenza, si riferiva, non agli Stati sperperoni, ma a come spendono i propri soldi i nostri connazionali, gli ricordiamo che in Italia, come anche nel resto d’Europa, non esiste alcun divieto di alzare il gomito e di fare sesso e, quindi, ognuno è libero di spendere i suoi quattrini come meglio gli aggrada, e anche se “bacco, tabacco e Venere riducon l’uomo in cenere” non dobbiamo rendere conto a un grillino europeo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:44