Commerci e migranti: l’Italia converga su Trump

Solo con un’alleanza di ferro con gli Stati Uniti di Donald Trump l’Italia potrà farsi scudo e al contempo farsi valere nei confronti delle mire della Germania. La recente svolta pro sunniti e sauditi di Trump, statista estero di riguardo (ottimo l’impegno in Israele), unitamente all’ipotesi di una difesa comune americana con 50 Stati islamici contro il terrorismo e l’espansionismo sciita iraniano, devono portare l’Italia ad agire nel proprio interesse nazionale. Si tratta di un autentico cambio di direzione rispetto ai fallimenti di Barack Obama, dietro cui si cela ora una strategia che ha le sue basi nel realismo geopolitico.

Solo una forte alleanza con gli Stati Uniti potrà garantire i nostri connazionali che commerciano in Arabia, e un accordo forte i cospicui commerci in atto in Iran. I venticinque miliardi di contratti dell’Italia devono condurre verso un accordo italo-americano tale da consentire la flessibilità commerciale in cambio, da parte dell’Italia, di maggiore forte convergenza con Trump e gli Usa.

La Germania, che dà la colpa del proprio surplus all’Euro - dopo averlo imposto a tutti gli europei a immagine e somiglianza del Marco e dopo aver “costruito” ad arte nell’Unione regolamenti azzoppanti gli altri Stati membri - ha tutto l’interesse a sopravanzare il nostro Paese nei commerci. Ed è per questo che l’Italia deve correre ad intessere la tela a proprio favore siglando patti di lealtà totale e di convergenza verso e con gli Stati Uniti di Trump. Il nostro Paese ha molte carte da giocare. Con nuovi governi e Parlamenti eletti può offrire agli Usa il proprio ruolo di riferimento  quale bilanciere all’interno dell’Europa sbagliata tedesca.

Solo attraverso un’alleanza forte e decisa con gli Usa l’Italia potrà tutelare i propri interessi al mantenimento del proprio (nostro) accesso al mercato globale quanto più ampio possibile. L’Italia è forte nel commercio e soprattutto nell’export, ed è in tal senso che si devono costruire alleanze efficaci per agevolarlo ed implementarlo. L’Italia vive oggi di export. Il mercato interno è inesistente, è stato annientato da tasse, costi del debito e politiche economiche sinistre scriteriate e dissennate.

La Germania vorrebbe essere al nostro posto, mentre la Francia va evitata perché teme di perdere con l’implementazione dei nostri commerci il controllo sulle aree franco-islamiche, ed è silentemente contraria a ciò che sta facendo Trump con lo schema di riorganizzazione saudita statunitense. Peraltro, nel momento in cui i sauditi smettono di appoggiare gli estremisti islamici grazie alla strategia politica realistica di convergenza di Trump, anche i flussi migratori si ridurranno e così il pericolo islamista. Andare - come ha fatto il non eletto Paolo Gentiloni - da Emmanuel Macron a chiedere alla Francia di aiutare l’Italia sui migranti è stupido. La soluzione politica si trova da un’altra parte: è nel senso dell’alleanza con Trump e gli accordi di ferro – da siglare – con gli Stati Uniti.

Aggiornato il 26 maggio 2017 alle ore 14:47