Inchiesta sulle nomine: Raggi sentita a piazzale Clodio

venerdì 14 luglio 2017


Virginia Raggi ha deciso di chiarire direttamente la sua posizione. E ieri pomeriggio è andata a piazzale Clodio per farsi ascoltare dai pm che l’hanno indagata nell’ambito dell’inchiesta sulle nomine in Campidoglio. L’audizione, iniziata da oltre tre ore ed ancora in corso, si tiene dopo l’avviso di chiusura indagine che la sindaca ha ricevuto una ventina di giorni fa per falso e abuso d’ufficio. Si tratta dell’atto che, in genere, anticipa la richiesta di rinvio a giudizio.

Per la Raggi le ipotesi di reato configurate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Francesco Dall’Olio sono quelle di falso e di abuso d’ufficio in relazione agli incarichi affidati a Salvatore Romeo e Renato Marra, quest’ultimo fratello di Raffaele ex capo del personale e braccio destro della sindaca. L’audizione di ieri fa parte di quelle prerogative concesse agli indagati una volta emesso l’avviso di chiusura inchiesta. A sollecitare il colloquio è stata quindi la Raggi che, nei giorni scorsi, tramite gli avvocati Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo, aveva già depositato una memoria difensiva. Nel documento, secondo quanto emerso nei giorni scorsi, si sostiene che a selezionare Renato Marra alla guida della Direzione Turismo, era stato l’attuale assessore capitolino al Commercio Adriano Meloni. E lo stesso assessore, interpellato dai cronisti, ha confermato: “È vero, perché poteva fare un buon lavoro e infatti lo stava facendo”.

L’avvocato del sindaco, Alessandro Mancori, si è detto a più riprese certo “di poter chiarire tutto”. E in più di un’occasione è stata la stessa Raggi a chiarire di non essere intenzionata all’ipotesi di dimettersi in caso di rinvio a giudizio. Al sindaco la procura contesta l’abuso d’ufficio in relazione alla nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica, il falso per quella alla direzione Turismo del Campidoglio di Renato Marra. In relazione a quest’ultima nomina, la Procura ha sollecitato per la Raggi l’archiviazione dal reato di abuso d’ufficio che invece resta contestato al fratello di Marra, Raffaele.

Secondo l’impianto accusatorio della Procura, Raffaele Marra, attualmente sotto processo per l’accusa di concorso in corruzione assieme all’imprenditore Sergio Scarpellini, si occupò in prima persona della pratica di nomina quando invece si sarebbe dovuto astenere. Quanto al falso documentale, la Raggi è a rischio processo per aver detto alla responsabile anticorruzione del Campidoglio Mariarosa Turchi di aver deciso da sola su quella nomina su cui l’Anac guidata da Raffaele Cantone ha poi avanzato una serie di rilievi. Raggi aveva assicurato di avere deciso in piena autonomia senza coinvolgere lo stesso Raffaele Marra, all’epoca suo braccio destro. Una versione però smentita da una chat tra Raggi e il suo ex capo del personale in cui la prima cittadina di Roma si lamenta per il fatto che non era stata informata da lui sull’aumento di stipendio del fratello Renato.


di Redazione