Giustizia, programma da incubo a 5 Stelle

venerdì 14 luglio 2017


Imputati a vita, intercettati sempre e per tutti i reati possibili e immaginabili, soggetti prima alla delazione e poi allo sputtanamento mediatico. Il riassunto dei concetti salienti del programma giustizia - presentato un paio di giorni fa alla stampa dal deputato Alfonso Bonafede (M5s) - è questo. Se a ciò si dovesse aggiungere l’aiutino della legge voluta da Rosy Bindi, secondo la quale agli indiziati di corruzione verrà sequestrato e confiscato il patrimonio a prescindere dal loro destino processuale, si avrebbe un quadro da incubo.

E un programma simile farebbe invidia alla Turchia di Recep Tayyip Erdoğan. Manderebbe i suoi giuristi da noi a imparare il mestiere. Con queste premesse, infatti, tenere un avversario politico sulla corda magari con accuse strumentali diventerà lo sport nazionale. Nelle parole di Bonafede, un deputato che spesso dimostra un cognome da ossimoro nelle proprie comparsate televisive, le buone intenzioni dei Cinque Stelle verrebbero dimostrate dalle statistiche sulla prescrizione.

“Ogni anno in Italia – scrive sul blog di Beppe Grillo – si prescrivono oltre centomila processi, nel 2014 siamo arrivati a oltre 130mila. Questo significa che milioni e milioni di euro pubblici saranno spesi per istruire processi, per fare indagini che non porteranno mai a nessuna condanna”.

Neanche una parola sul fatto che il 70 per cento di queste prescrizioni sono colpa dei pm e che spesso avvengono ancora prima che l’indagato sia messo a conoscenza di esserlo. Per Bonafede, “questo è un grosso problema, oltretutto attualmente in Italia la fase di appello è la fase processuale dove maggiormente vanno ad influire le prescrizioni”.

La retorica da blog continua così: “Cosa proponiamo come Movimento 5 Stelle per ovviare a questo annoso problema della giustizia penale in Italia. Proponiamo o di sospendere la prescrizione dal momento in cui inizia il processo, ovvero da quando l’indagato diventa imputato. Oppure la scelta è di sospendere la prescrizione al momento della sentenza di primo grado, sia essa di condanna, sia essa di assoluzione”.

Gli altri asset del programma sono l’estensione delle intercettazioni a tutti i reati anche minori contro la Pubblica amministrazione, il “whistleblowing”, che è un anglicismo snob per descrivere la delazione e anche la provocazione a delinquere del dipendente della Pubblica amministrazione (all’insegna del “ce lo chiede l’Europa” e “l’istituto esiste già in tanti ordinamenti, perché da noi no?”) e il corollario della pubblicazione a puntate del tutto nei giornali amici. Con prenotazioni aperte per nuove serie televisive e libri di successo. Un unico punto condivisibile del programma grillino è il biglietto di sola andata dalla toga alla politica. Per come verrebbe ridotta l’Italia dopo un anno di questa cura saranno in pochi a giovarsi della medicina.


di Rocco Schiavone