L’Ue proroga le operazioni di soccorso nel Mar Mediterraneo

Il Consiglio dell’Unione europea ha deciso: l’operazione militare Eunavfor Med sarà nuovamente prorogata, questa volta fino al 31 dicembre 2018. Nel comunicato ufficiale pubblicato nella giornata di ieri, il Consiglio ha annunciato di voler posticipare il termine dell’operazione navale dell’Unione europea, creata per smantellare le attività di traffico di migranti e di esseri umani nel Mediterraneo e, successivamente, impiegata anche in compiti di difesa delle frontiere europee.

Istituita con decisione (Pesc) 2015/778 del 18 maggio 2015, l’operazione militare navale europea  è stata avviata il 22 giugno 2015, ma è solo in un secondo momento, dal 20 giugno 2016, che il Consiglio ha aggiunto al mandato dell’operazione i compiti più delicati: quello di formare una guardia costiera libica e contribuire all’attuazione dell’embargo sulle armi in alto mare al largo delle coste libiche conformemente alle risoluzioni 2292 (2016) e 2357 (2017) del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Oggi siamo alla seconda proroga, che modifica (aggiungendone altre) le competenze ad essa assegnate. In particolare dovrà svolgere nuove attività di sorveglianza sul traffico illecito delle esportazioni di petrolio dalla Libia e creare uno scambio di informazioni più efficiente con le agenzie Frontex ed Europol sulla tratta di esseri umani. Ma il problema, politico soprattutto, e operativo di conseguenza, non è affatto che risolto. Tra i compiti di Eunavfor Med, infatti, non rientra il salvataggio delle persone in mare bensì quello di prestare soccorso ai sensi delle varie convenzioni internazionali. Una confusione di competenze, funzioni e priorità che di sicuro non aiuta l’Italia nella gestione emergenziale dei migranti.

L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha dichiarato: “Oggi sono particolarmente orgogliosa di annunciare che il mandato dell’operazione è stato rinnovato all’unanimità. Nei prossimi giorni inizieremo la revisione del piano operativo per includere i nuovi compiti”.

Insomma, il tutto come sempre è in divenire. Di certo ci sono solamente i dati: al 21 luglio 2017, in oltre due anni di attività, le navi in mare hanno soccorso 39.622 persone. Oltretutto, è legittimo chiedersi il perché di così tanto manifestato orgoglio, considerando anche che l’unanimità si manifesta solamente per rifinanziare operazioni di mantenimento che poco hanno di risolutivo. L’impasse procedurale e funzionale, poi, dimostra una visione della politica estera europea tutt’altro che unitaria. Ma forse un altro episodio di voto all’unanimità c’è stato, quando il Consiglio ha deciso di ribattezzare l’operazione con il nome “Eunavfor Med-Sophia”, in onore della bambina somala nata il 25 agosto 2015 a bordo della nave militare tedesca Schleswig-Holstein. L’unico atto di nobiltà in una triste e inumana realtà.

Aggiornato il 27 luglio 2017 alle ore 10:21