L’asimmetria della Francia a svantaggio del nostro Paese

Fino ad ora la Francia ha fatto shopping delle imprese e attività produttive italiane. I francesi hanno fatto man bassa in Italia di banche (Bnl, CariParma), nella finanza, si è impadronita progressivamente della nostra più grande impresa telefonica, si è impossessata di uno spazio ampissimo del nostro settore alimentare, dei nostri servizi di pubblica utilità, ed è oramai proprietaria principale dell’alta moda a livello mondiale. Il caso recente dell’acquisto fatto da Fincantieri delle quote di maggioranza dell’azienda francese Stx di Saint-Nazaire, con la levata di scudi a oltranza di parte francese, dimostra evidentemente quanto la Francia di Emmanuel Macron si senta più acquirente che terra di conquista, tantomeno da parte italiana. Il medesimo “meccanismo” all’interno dell’Unione europea. Stupidi coloro che hanno esultato all’elezione di Macron a nuovo presidente della Francia perché, dietro a cotanta elezione, non c’è un calibrato ed equilibrato uomo (o meglio donna, tanto fa tutto “mamma” Brigitte) di Stato in grado di dare equilibrio alla nuova Europa da costruire, quanto piuttosto un novello rappresentante (una novella rappresentante) della francesità e francesismo, della grandezza della Francia declinata, da ora in poi, in tutte le “salse”.

Francia di qui, Francia di là. Tutto francese in Europa. Detto per inciso, l’improbabile e non avvenuta vittoria di Marine Le Pen avrebbe provocato meno danno all’Italia; in quanto, più smaccatamente nazionalista, l’intero consesso europeo sarebbe stato più sul chi va là e avrebbe misurato ogni centimetro di acquisto e sconfinamento di potere francese in Europa. Con le sembianze del posapiano Macron, al contrario, tutti hanno fatto confusione pensando di aver scongiurato il pericolo lepenista, sono così caduti tutti dalla padella nella brace. Brace a mille gradi francese, che ci sta rosolando. Chi comanda in Francia è oggi Brigitte, e Brigitte vuole fare grande la Francia ed ergersi a eroina o Marianna dei francesi. Ogni cosa in Brigitte “parla” di questo “programma”, che non contempla affatto l’Italia né gli italiani. Chi aspetta “solidarietà” dalla volitiva Brigitte si sbaglia, perché per lei l’Italia è una “non pervenuta”, anzi non la considera proprio. Non a caso Brigitte non stava nella pelle sulla Torre Eiffel, al fianco di Donald Trump che, solo pochi giorni prima, era venuto da noi, a Taormina, a proporre l’accordo in chiave anti-tedesca nell’Unione. Ma in Italia non l’hanno capito. Il quarto governo non eletto di Gentiloni non ha capito niente. All’appuntamento siciliano si sono comportati tutti come camerieri di Trump. E, non accorgendosi del perché Trump abbia scomodato se stesso e Melania, per essere in Italia da noi, non hanno capito ciò che l’elegante Brigitte ha capito al volo, e cioè l’accordo della Francia quale stampella degli Stati Uniti in chiave anti-Germania all’interno della attuale Europa tedesca. Avremmo dovuto e potuto esserlo e farlo noi, ma non avendolo neanche capito l’ha fatto proprio la Francia. Dunque adesso è piuttosto inutile piangere e chiedere “solidarietà” alla Francia, perché non la avremo.

La Francia gioca così, per la propria grandezza, e all’Italia, finché non si voterà (se necessario a ripetizione) per arrivare ad individuare i nostri Macron (e soprattutto Brigitte), non resterà altro che essere testa di conquista francese e tedesca. Chi è causa del suo male pianga se stesso, si dice. Noi, in Italia, invece di piangere, dobbiamo votare. E guardare senza pietismi la realtà nuda e cruda. Tenendo ben presente che nessuna nuova Europa si può costruire senza l’Italia, il che è di per sé un’arma infallibile da utilizzare come “clava” nella costruzione dei nuovi equilibri europei.

Aggiornato il 28 luglio 2017 alle ore 15:51