Con il M5S si governa o si liquida?

Il Comune di Roma, presentando il bilancio consolidato, ha fatto  emergere volente o nolente una gestione amministrativa e manageriale della “Capitale” completamente fuori controllo.

Segno di tutto ciò è il disallineamento contabile delle partite di bilancio tra il Comune e le numerose partecipate. Ciò induce a comprendere che, nella gestione della cosa pubblica, si evidenzia la mancanza totale di un controllo gestionale e di una visione progettuale. Certamente la situazione era già molto compromessa da prima e lo sarà per  chiunque si presenti a governare. Il M5S è al governo di Roma da più di un anno e ha il dovere di trovare soluzioni e non raccontare la “mala gestione” del passato. I cittadini hanno bisogno di soluzioni e non di riassunti sul malgoverno precedente.

Non è che il M5S, non riuscendo e non sapendo fare politica, si stia specializzando nel praticare concordati preventivi? A Livorno, hanno risolto con la procedura concorsuale, il problema di amministrare la municipalizzata dei rifiuti Aamps; a Civitavecchia presentano il concordato preventivo per la Holding Civitavecchia Servizi e a Roma il “mega” concordato Atac. Cosa accadrebbe se andassero al governo? Farebbero un enorme concordato preventivo per l’intero Paese?

Le procedure concordatarie hanno origine nel mondo delle aziende commerciali a tutela dei terzi e poi allargate al mondo degli enti pubblici che esercitano anche attività commerciale. È vero che alcuni enti pubblici sono fallibili, ma il castello delle norme procedurali non è stato creato per quel mondo si è adattato ad esso. In una nota del bilancio Atac si legge: “In considerazione di quanto previsto dall’articolo 14, del Decreto legislativo 175 del 19 agosto 2016 e simili, e dall’articolo 2447 del Codice civile, l’atto approvato dall’Assemblea capitolina sottolinea che ‘l’ipotesi di ricapitalizzazione di Atac S.p.A. potrà essere valutata nel contesto di un piano generale di risanamento, da attuare attraverso l’istituto del concordato preventivo in continuità’”.

E perché si ipotizza una probabile ricapitalizzazione solo all’interno del concordato? La politica dovrebbe avere la forza di governare senza ricorrere al mantello dei tribunali. I problemi di Roma sono la copia fotostatica di quelle nazionali: alto debito, mancanza di investimenti, alto numero di dipendenti, mancanza di politiche sull’export. E altro ancora.

L’esperienza di governo locale dei Cinque Stelle manifesta in modo chiaro la loro incompetenza, se non paura, di praticare scelte politiche che, ovviamente, possono innescare sia conflittualità sociali (normali in un paese democratico), sia evidenziare la mancanza di una qualsiasi competenza e visione politica nel governare questa drammatica crisi che attanaglia il Paese. L’Italia non potrà accedere alle procedure concorsuali e i danni che potranno cagionare l’idea di una ristrutturazione concordataria, anche del debito italiano, sarebbero incalcolabili. A livello locale mettono tutto in mano ai tribunali e, dunque, alla Magistratura. Ma se il M5S vincerà  le elezioni nel 2018, come penseranno di governare il Paese, senza la possibilità di usare procedure concorsuali? Il Paese ha bisogno sì di una nuova classe dirigente, ma che sia all’altezza del compito. Con una strategia e una visione che non sia soltanto liquidatoria o concorsuale.

(*) Energie per lItalia 

Aggiornato il 26 settembre 2017 alle ore 09:01