Celani è un terremoto: “Muovetevi!”

Nulla accade per caso. Serve programmazione e gestione preventiva delle crisi. “ Il polverone alzato ad Atreju dal sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, non potrà che fare bene alle zone terremotate del centro Italia” . È il consigliere della Regione Marche, Piero Celani (Forza Italia), a parlare. Non risparmia colpi contro chi ha gestito la crisi, a suo giudizio male, e che ha la responsabilità di aver lasciato solo un territorio come quello colpito dal sisma. Servono investimenti. Servono strade. Servono scuole e ospedali. “ Anche se i soldi ci sono, anche se non sono spariti, questi signori dovranno spiegarci perché non sono ancora stati utilizzati” , spiega. E poi: “ Ci sono paesi che muoiono e che con difficoltà fanno i conti ogni giorno con macerie e problemi legati al terremoto. Serve meno burocrazia. Pirozzi, con le sue accuse, non ha fatto altro che lanciare un sasso nello stagno. Come a dire: muovetevi, qui c’è molto da fare!” .

Che fine hanno fatto secondo lei i 33 milioni di euro inviati via sms dagli italiani?

Noi stiamo a quanto dice il dipartimento di protezione civile. Ci dicono che sono nel fondo del bilancio del commissario straordinario. Non possiamo che prenderne atto. L’unica cosa che ci fa riflettere è questa: i fondi sono arrivati da tanti e tanti mesi. Sono ammassati da qualche parte, ma devono muoversi a spenderli per il bene dei cittadini.

Si potevano gestire meglio?

Al di là del fatto che ci siano o meno mi sembra che il vero problema, il vero scandalo, è che non si sappia come utilizzarli. O comunque registriamo che ci sia stato il tentativo di utilizzarli male, destinandoli a opere che nulla avevano a che fare con il sisma dello scorso anno.

Questa è la cosa grave?

Esatto. È questo il fatto veramente grave. C’è stato un tentativo di assegnarli a opere pubbliche che da tempo dovevano essere realizzate e che qualche altra struttura pubblica doveva finanziare. È come se avessero detto: “ Bene, ora ci sono questi soldi. Utilizziamoli per costruire strutture che nulla hanno a che fare con il terremoto” . Ripeto: è questa la cosa grave.

Qual è la condizione del territorio?

Il territorio è a pezzi. Se è vero che questi soldi ci sono, mi chiedo perché sono ancora bloccati lì. Perché non sono stati convocati i territori per dire quali sono le opere connesse all’effetto sisma. Strade, acquedotti, municipi, scuole: queste sono le cose da sistemare. E questo non è ancora stato fatto. Qualcuno ci dovrà spiegare perché i soldi stanno ancora lì, inutilizzati. È inconcepibile pensare che potevano essere utilizzati per costruire una pista ciclabile. È impossibile da credere.

La procura smonta il caso e parla di una bolla di sapone. Lei è d’accordo?

Guardi posso essere anche essere d’accordo. Se ci dicono che i soldi sono fermi lì, nel bilancio del commissario straordinario, è evidente che ci troviamo di fronte a una bolla di sapone perché non sono stati destinati ad altro. Ma io mi chiedo: siamo alla disperata ricerca di fondi per ricostruire opere pubbliche danneggiate. Le opere che riguardano le aree interne. Ma perché questi soldi non vengono utilizzati?

In queste condizioni è difficile anche far ripartire l’economia...

Io posso aiutare le imprese a ripartire in tutti i modi, ma se poi queste imprese non posso essere raggiunte con una viabilità decente, con le strutture fatte in un certo modo, io ho solo buttato soldi. E allora mi chiedo ancora: perché queste risorse non sono state impiegate subito? Questo non è un reato, ma è segnale di una cattiva amministrazione. Non esborsano denaro: perché?

La solita burocrazia italiana...

Sì è vero. Sarebbe bastato chiamare gli 8 sindaci colpiti direttamente dal disastro e dirgli: “ Cari sindaci, che facciamo con questi soldi versati dagli italiani?”  A questo punto i sindaci elencavano le opere più importanti da ricostruire: scuole, ospedali, municipi, strade interne (senza le quali più nessuno viene al tuo comune, ndr). Così si sarebbe dovuto fare. Questo non è avvenuto.

Qual è il principale problema da risolvere?

Uno dei maggiori problemi è lo spopolamento. Se continuiamo così, nelle zone colpite dal sisma non ci verrà più nessuno. Questi soldi andavano spesi immediatamente per risolvere questo e altri fenomeni. Non voglio fare supposizioni di nessun tipo, però c’è stata una negligenza forte nel non utilizzarli subito. Mi chiedo perché ne sia stato fatto un uso così come dire… maldestro.

Il sindaco di Amatrice Pirozzi ha fatto bene a parlare secondo lei?

Innanzitutto al sindaco va riconosciuto un impegno straordinario. Dieci minuti dopo la grande scossa del 24 agosto era già sul campo. È uno di quelli fin da subito sul territorio. E ha fatto bene a parlare. Comunque vada, ha lanciato un sasso nello stagno dicendo: datevi da fare! Ma non dobbiamo dimenticarci degli altri sindaci. Il sindaco, Aleandro Petrucci, di Arquata del Tronto per esempio ha detto: “ Tra piste ciclabili ed eliporti, non c’è un euro per ricostruire Arquata che è un paese che in pratica non esiste più. È un ammasso di macerie” . Solo in questi giorni i militari hanno aperto una strada per arrivare nella parte centrale. Voglio ribadire: perché questi soldi non sono stati spesi per questi problemi? Comunque vada, qualcuno ce lo dovrà dire. La gravità non è legata solo al fatto che questi soldi sono scomparsi e nessuno sa chi li abbia presi, ma sta anche nel fatto che stanno lì fermi, senza essere spesi. Questa è una gravità imperdonabile.

Come giudica gli interventi post terremoto?

Di ricostruzione non se ne parla. Siamo ancora in emergenza. Si vuole intervenire con normative ordinarie che non risolveranno praticamente nulla. Ho l’impressione che ci siamo impantanati. Non ci siamo.

Si sente lasciato solo?

Non è tanto l’essere stati lasciati soli. Se essere aiutati vuol dire visite ogni settimana, promesse e pacche sulle spalle, allora non siamo soli. Ma se le macerie le stanno portando via i militari qualcosa non ha funzionato. Le spiego subito perché. C’erano centinaia di ditte pronte a lavorare. Bastava fare gli appalti veloci, controllando in modo trasparente e oggi avremmo risolto non soltanto il problema delle macerie, ma avremmo anche fatto lavorare le imprese del posto. Persone, famiglie che hanno perso tutto e che sarebbero potute ripartire da questi semplici lavori.

Ha qualcosa da rimproverare ai governi di centrosinistra che si sono avvicendati negli ultimi anni?

Il problema è che i governi di centrosinistra, da Monti in poi, hanno smobilitato la protezione civile. Per cui lo stato di emergenza qui da noi dura da un anno e mezzo. Lo stato di emergenza doveva durare al massimo 5-6 mesi. A fine anno (2016) i prefabbricati dovevano già essere istallati. Per quella data doveva essere già tutto fatto. Io non posso aspettare che si verifichi la catastrofe per poi fare il riscontro di quante casette mi servono.

Come prevenire l’emergenza?

Io so che in Italia purtroppo siamo un paese a rischio e che quindi, probabilmente, ne avrò bisogno. Devo programmare e pianificare anche l’emergenza. Devo avere tutto a disposizione. Se accade un sisma come quello che ha colpito il centro Italia, di mille case da istallare già ne devo avere 400, 500 messe in magazzino e pronte all’uso. Come faceva il buon Guido Bertolaso. Bene, questo non è stato fatto e ne stiamo pagando le conseguenze.

Aggiornato il 26 settembre 2017 alle ore 08:50