Renzi: “Su Visco il Governo sapeva ed era d’accordo”

La tensione istituzionale dopo la mozione del Partito Democratico contro la gestione di Bankitalia non accenna ad abbassarsi. Non solo tra i ministri e nel Pd, al netto dei fedelissimi, si respira un clima di sconcerto per la mossa di Matteo Renzi ma restano mute le linee telefoniche tra il Quirinale e il leader dem a conferma di uno strappo che si farà fatica a sanare. Il Premier Paolo Gentiloni, che non si è ancora espresso pubblicamente tranne un allusivo invito all’“unità” del Paese, valuta come muoversi e, a quanto si apprende, potrebbe decidere di chiudere la prossima settimana la sua scelta. E la deadline potrebbe essere il Consiglio dei ministri del 27 ottobre. Le prese di distanza, da Walter Veltroni a Carlo Calenda, le critiche dure, come quella di Giorgio Napolitano, non ammorbidiscono la posizione del segretario Pd. Anzi, come fa capire il presidente del Pd Matteo Orfini, capogruppo nella Commissione d’inchiesta sulle banche, i renziani affilano le armi, dossier alla mano, per il “processo” contro gli “errori” nella vigilanza bancaria degli ultimi anni. La mossa a sorpresa del governatore Ignazio Visco, presentatosi in Senato dal presidente della Commissione d’inchiesta Pier Ferdinando Casini, viene letta, in ambienti della politica, come la volontà del governatore di andare al contrattacco. E di non lasciarla vinta alle accuse dell’ex premier. A irritare i renziani è l’accusa di ingerenza indebita negli equilibri istituzionali con la mozione.

“Noi - si sfogano i fedelissimi - siamo per il massimo rispetto delle istituzioni ma non è che tu, Sergio Mattarella, chiedi a noi il rispetto istituzionale e poi con una nota blindi Ignazio Visco, bloccando una discussione politica: non si fa così”. E Matteo Renzi ha rilanciato con un’intervista al Quotidiano Nazionale: “Il Governo non era semplicemente informato: era d’accordo. La mozione parlamentare non solo era nota al Governo, ma come sa chi conosce il diritto parlamentare questa mozione prevedeva che il Governo desse un parere. Che c’è stato. Ed è stato positivo. Vogliamo dire che il Parlamento non ha diritto di discutere?”. Pur ribadendo di non avere “una questione personale con il governatore Visco”.

Il quadro è molto complesso sia nel caso di conferma di Visco sia di ricerca di un nuovo nome che comunque sarebbe scelto all’interno di Palazzo Koch con il nome, secondo i rumors, di Fabio Panetta in pole. Ma è l’osservazione di chi punta al rinnovo, indicare un nome diverso da quello dell’attuale governatore esporrebbe sia Gentiloni sia Mattarella a critiche e attacchi mediatici di aver ceduto al segretario Pd dopo che nei fatti si era già deciso di rinnovare il mandato.

Aggiornato il 20 ottobre 2017 alle ore 09:31