Gli inutili affanni dei sindacati

martedì 21 novembre 2017


Tardivi e un po’ fasulli, i muscoli e i pugni sul tavolo dei sindacati sulle pensioni. Oltretutto, come è spesso accaduto, la triplice parte unita e arriva in ordine sparso e confuso. Del resto, basterebbe chiedersi dove fossero i sindacati quando, nel 2011, il Governo Monti varò, con arroganza, la peggiore riforma sul tema previdenziale. Era allora che i sindacati avrebbero dovuto fare l’ira di Dio per evitare che “la Fornero” prendesse vita. Solo una buona dose di miopia, incapacità e, per certi versi, ambiguità poteva far credere che la legge con il nome della cattedratica piemontese fosse giusta, equilibrata e risolutiva. Eppure, con buona pace dei tanti che nel sindacato si sbracciano e strappano i capelli sulla riforma peggiore possibile, nel novembre 2011 la reazione fu poco o niente. Ben altro sarebbe servito allora come servirebbe ora al posto di un’infinita serie di pezze a colori per correggere un impianto sbagliato, bugiardo, iniquo.

Comunque sia e comunque vada, l’ennesimo tavolo sulle pensioni è inutile perché il prossimo Governo, che non sarà di centrosinistra, cambierà la Legge Fornero una volta per tutte. Del resto, in un sistema previdenziale come il nostro, figlio di clientelismi, leggi di favore, concessioni elettorali, paure sociali, incompetenza programmatica, ben altro c’è da cambiare che esclusivamente l’età pensionabile. Lo sanno tutti e lo sanno bene, anzi lo hanno sempre saputo, pur facendo finta del contrario, dai sindacati ai governi, dall’Inps alla politica.

Insomma, l’Italia sul Welfare paga il prezzo dell’ipocrisia. Lo stesso che sconta sul fisco, sull’impiego pubblico e sulla politica industriale. Ecco perché servirà una riforma radicale che parta dalla correzione delle ingiustizie vere piuttosto che solo dall’allungamento della vita. Insomma, spostare in avanti l’età è servito a creare per un verso un mostro di ingiustizia sociale e, per l’altro, il trasferimento del problema che, tra qualche anno, si riproporrà tale e quale. In nessuna parte del mondo esiste un sistema pensionistico come il nostro, fatto di pensioni d’oro, baby pensioni, segmenti sfacciatamente favoriti e segmenti trattati a pesci in faccia.

Ecco perché è inutile e tardiva la commedia che vediamo e il Paese lo sa molto bene.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca