Mdp-Si chiudono a Fassino e al Pd

“Non abbiamo dato una disponibilità a una trattativa in quanto le differenze sono su temi di fondo sulla vita delle persone. Mi riferisco in particolare al lavoro, alla sanità universale e al no a una campagna elettorale su meno tasse per tutti”.

È questa la secca dichiarazione rilasciata ieri da Maria Cecilia Guerra, capogruppo Mdp al Senato, dopo l’incontro con la delegazione del Partito Democratico guidata da Piero Fassino. “Il tempo è scaduto, non ci sono margini per nessuna intesa”, ha aggiunto Giulio Marcon di Sì-Possibile. Con Mdp-Si-Possibile “c’è stato un confronto programmatico vero. Ma ci rispondono che non sussistono le condizioni politiche per trattare. Non posso che esprimere rammarico: non capisco perché ci si debba precludere il confronto ma come è noto i matrimoni per farli bisogna essere in due e prendiamo atto della indisponibilità. Continueremo con le altre forze con cui abbiamo interloquito”, ha detto Fassino al termine dell’incontro. “Secondo me è un errore - ha aggiunto il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, e sinceramente penso che di fronte alla disponibilità concreta che abbiamo dimostrato con questo confronto, si è risposto con un muro. Noi continuiamo a lavorare per un centrosinistra aperto, plurale, largo e competitivo nella sfida con la destra e il Movimento 5 Stelle”. “Mancano ancora diversi mesi alle elezioni - ha detto Martina - e se c’è la volontà si può fare. Noi ci mettiamo l’impegno fino in fondo. Vogliamo discutere con le forze moderate, progressiste e ambientaliste che hanno voglia di lavorare insieme”.

Per Mdp “la nostra porta è aperta”, ha ribadito Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato presidente della Regione Lombardia per il centrosinistra. In Lombardia Mdp al momento ha deciso di restare fuori dalla coalizione che sostiene Gori alle regionali del 2018, a causa del mancato accordo sulle primarie. Sabato Gori aveva ufficialmente aperto a Milano la sua campagna elettorale. “Spero che da Mdp abbiano orecchiato quello che abbiamo detto e che condividano almeno parte dei contenuti” ha osservato, aggiungendo di non temere una candidatura a sinistra. “Io ho rotto con Renzi perché Renzi ha rotto con il suo popolo, lo ha tradito - ha dichiarato Roberto Speranza in un’intervista al Corriere TvNon - non è in gioco un accordo tra Bersani, Fassino, Speranza e Renzi, ma sono in gioco le politiche. Noi abbiamo chiesto un cambio radicale dell’agenda politica e in queste ore i segnali vanno nel segno opposto su articolo 18, pensioni e su Legge di Bilancio. Se la foto resta questa, ci sono milioni di italiani che non si sentirebbero rappresentati. Noi lavoriamo a una alternativa perché quella fotografia non rappresenta milioni di italiani”.

Aggiornato il 23 novembre 2017 alle ore 12:14